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24 Lug 2013

[Congressi SEL] Socialismo Ecologia e Serietà. La nostra sfida al PD e al Paese

di Andrea Pisauro
(coordinatore SEL UK)

Passano i mesi e la situazione politica appare sempre di piu’ bloccata. Cosi’ la crisi economica e sociale si inasprisce senza tregua e dal governo e dalle forze politiche che lo sostengono non arriva segnale alcuno della volontà politica di imprimere una svolta al paese. Al contrario, la crisi politica si manifesta in un perenne stato di eccezione, giustificazione di ogni contorsionismo politico. Il vergognoso voto di fiducia dei senatori del PD al segretario del PDL Alfano, politicamente responsabile del gravissimo affair kazako, è in effetti solo l’ultimo di una lunga serie di scelte in cui il gruppo parlamentare del PD ha tradito lo spirito e la lettera dell’impegno preso con gli elettori con la carta d’intenti. Nonostante cio’, poco si muove, e nessuno in quel partito sembra davvero in grado di cambiare il quadro. Si naviga a vista col governo delle intese sempre piu’ strette, e dalla credibilita’ sempre piu’ minata.

In questo drammatico scenario, e’ finalmente cominciato il dibattito precongressuale di Sinistra Ecologia e Libertà, in vista dell’assise prevista per fine Novembre. Si tratta di un congresso certamente difficile da pensare e da gestire. Dobbiamo innanzitutto chiarire che la nostra opposizione non nasce dall’intento di sfruttare una rendita di posizione ma dal riconoscimento che questo governo e’ un oggettivo ostacolo a qualsiasi credibile tentativo di uscire dalla crisi. Non c’e’ infatti alcuna strategia sull’Europa se non quella, risibile, di attendere di recarsi col cappello in mano dal nuovo governo tedesco (che ha ottime possibilita’ di assomigliare molto a quello vecchio). Chi ha il polso dell’umore profondo del paese sa bene che la situazione e’ incandescente e puo’ bastare poco per accendere la miccia alle mille tensioni che covano latenti. Anche per questo, SEL deve sentire tutta la responsabilita’ della situazione e del suo ruolo politico di unica forza di sinistra all’opposizione in parlamento.SEL Serieta' barrato

E’ fondamentale riaffermare la nostra autonomia di iniziativa politica facendo uscire dal radar delle nostre analisi una rapida ricomposizione a livello nazionale di Italia Bene Comune. Dobbiamo certamente sfuggire il riflesso pavloviano della sterile denuncia del “tradimento” del PD per inseguire l’eterna chimera di uno spazio politico alla sua sinistra (anche per non disconoscere la sconfitta elettorale che ha riguardato anche SEL), ma anche prendere atto con grande realismo dell’irreversibilita’ nel breve periodo e delle conseguenze nel medio della scelta di questo governissimo. Con quella che appariva una spinta potente alla “socialdemocratizzazione” che arrivava dal ventre del PD di Bersani e dell’onda montante dei Giovani Turchi, vi era un’oggettiva convergenza nel tentativo di soddisfare l’enorme esigenza di cambiamento che si levava dal paese. Ma quel PD e’ uscito politicamente a pezzi dalla fase post elettorale e sara’ presumibilmente molto diverso da quello che uscira’ da un congresso di fatto gia’ dominato dall’OPA renziana. Allora il tema del nostro congresso deve neccesariamente essere quello di capire come perseguire quell’esigenza di cambiamento nel mutato scenario, non il livello di subalternita’/autonomia dal PD.

Proprio sul concetto di autonomia e’ opportuno chiarirsi. Abbiamo bisogno di un’autonomia intesa in senso positivo, “un’autonomia per” e non “un’autonomia da”. Questo e’ fondamentale sia per ricostruire una comunita’ politica altrimenti prona alla moltiplicazione di casi come questo, sia per ridefinire la nostra funzione politica nel tentativo di riallacciare rapporti con vasti spezzoni della societa’ rimasti orfani di riferimenti politici o abbandonatisi al grillismo, ma che fino a non molto tempo fa guardavano a SEL con interesse e fiducia.  Si tratta, come ha scritto Franco Giordano, di parlare a quella parte del lavoro dipendente privato, delle partite Iva e di giovani inoccupati e precari, che non si riconoscono nel PD e che magari non fanno nemmeno parte di quel popolo-del-centrosinistra tanto “narrato” quanto evanescente nella definizione della sua composizione di classe, e che dobbiamo necessariamente riconquistare per pensare a una sinistra finalmente maggioritaria. L’ambizione di un progetto si misura del resto anche nella capacita’ di rischiare per portarlo avanti. “Autonomia per” vuol dire allora anche non aver paura di misurare le proprie idee nel campo aperto di una legge elettorale proporzionale con sbarramento e senza possibilita’ di coalizione, quale potrebbe uscire dalla sentenza della Corte Costituzionale sul Porcellum, prevista per Dicembre.

La ricostruzione del centrosinistra passa allora dal porre una chiara sfida politica al PD e al paese, a partire, come giustamente dicono i deputati Marcon e Airaudo, dall’organizzazione del proprio campo attorno a un programma fondamentale per uscire dalla crisi da sinistra e, aggiungo io, a un’identita’ politica piu’ netta nei riferimenti ideali e sociali. Questo campo Per questo dovremo saper cogliere l’occasione congressuale per l’affermazione di una chiara identità ecosocialista, legata strategicamente al PSE, che ribadisca l’intenzione di tenere insieme l’ambizione di governo a un programma di cambiamento per uno sviluppo sostenibile e redistributivo.

SEL deve avere l’ambizione di guidare un processo politico, che mantenga lo sguardo rivolto alle elezioni europee, e parli a tutti quelli che condividono tanto l’esigenza di delineare un’Europa federalista e socialista alternativa all’attuale dominata dall’egemonia neoliberale, quanto quella di un’europeizzazione del quadro politico italiano. Convochiamo gli stati generali della sinistra ecosocialista, cercando un momento di aggregazione di un’area vasta, aperta a compagni provenienti dal campo ambientalista e dal PSI e ai compagni curiosi che si trovano stretti nelle secche di Rifondazione o nel pulviscolo della galassia laica e radicale.

Vogliamo fare sul serio? Perche’ la serieta’ e’ l’ingrediente fondamentale di un simile percorso, nonche’ quello su cui saremo misurati. Fare sul serio vuole dire fin da subito definire degli obiettivi politici piu’ ambiziosi e a lunga scadenza di una pur utile opposizione combattiva e dotarsi degli strumenti adeguati a realizzarli. Costruire l’alternativa al governissimo passa necessariamente dal definire una proposta solida di una politica economica diversa, che si puo’ elaborare costruendo un ponte tra il gruppo parlamentare e quell’area del pensiero economico critico non compresa dal M5S e sostanzialmente ignorata dal PD. Un’alternativa che puo’ nascere anche dal lavoro pancia a terra per la ricostituzione dei forum tematici che riprendano ad essere luoghi di confronto tra partito, gruppo parlamentare, simpatizzanti e realta’ esterne a SEL. A partire dalle esperienze piu’ importanti e  produttive come SEL Saperi, verso le quali approcciarsi con l’umilta’ di chi non ha un rappresentante del mondo accademico in parlamento ma che ha raccolto gran parte dei propri consensi nel ceto medio istruito. La ricostruzione di un centrosinistra vincente parte anche dalla capacita’ che avremo di favorire la nascita al nostro interno di una nuova classe dirigente che cresca nel e col partito. Un partito partecipato, trasparente, accessibile agli iscritti e ai simpatizzanti, aperto alla critica e, perche’ no, anche alle dirette streaming.

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Scritto da

Redazione LPP

- Redazione de La Prima Pietra