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Crisi: ieri, oggi, domani

di Angelo Giubileo.
Ieri, la prima Repubblica. Oggi, la crisi della seconda Repubblica. E domani?
Cominciamo allora con il dire che la crisi della prima Repubblica più che crisi di rappresentanza fu crisi di sistema, nell’ambito di uno scacchiere internazionale in uscita dalla logica dei due blocchi di potere contrapposti della NATO e del PATTO DI VARSAVIA. Già oltre venti anni fa lo sbocco della crisi evidenziava la necessità di una soluzione sul piano internazionale, perché già allora e da più tempo non esisteva più il gioco del risiko degli stati nazionali, soluzione che politicamente fu individuata nella prospettiva dell’UE (unione europea) e tecnicamente resa nella forma di UME (unione monetaria europea).
Di fronte alla crisi odierna dei mercati, è quindi del tutto impensabile che si possa fare ricorso a soluzioni interne, sganciate da un contesto internazionale sempre più multipolare (USA, UE, BRIC, etc.).
Su un altro piano emerge dunque la crisi di rappresentanza che da circa venti anni contraddistingue il nostro sistema politico. Crisi che, in ambito internazionale, si manifesta in termini soprattutto di scarsa produttività. In proposito, parte della nostra rappresentanza politica sostiene che causa della nuova crisi (la diciottesima negli ultimi 30-35 anni, anche se forse la più grave in quanto colpisce direttamente il debito pubblico degli stati sovrani non più saldamente in mano a se medesimi) sarebbe quello che è stato anche definito un sistema di “bipolarismo coatto”. E pertanto costoro sostengono che, in vista del domani, occorrerebbe piuttosto ritornare ad un sistema di ri-contrattazione del voto, dopo l’esito libero e democratico delle urne.
E invece, è peraltro facile constatare che già da più tempo, in Europa e in gran parte del mondo civile, il domani non appartiene più alle segreterie politiche degli stati, compreso il Vaticano. Pertanto, sul piano economico e finanziario internazionale, si faccia quel che si deve; nel breve, e poi con la stessa sollecitudine si ritorni alle scelte, libere e democratiche, dei cittadini!

Scritto da

Redazione LPP

- Redazione de La Prima Pietra