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11 Lug 2012

Formazione, Università e Ricerca come Servizi Pubblici

Recentemente l’ex presidente del Consiglio italiano ha svelato, in una intervista a un tabloid britannico, le motivazioni che hanno giustificato i tagli effettuati dal suo governo a tutta l’Istruzione, e in particolare all’Università e alla Ricerca [1]. Egli si è posto una domanda retorica: “Perché dovremmo pagare uno scienziato quando facciamo le migliori scarpe del mondo?”.

Al di là del folklore, questa domanda, anzi questa affermazione, merita grande attenzione perché svela, nella sua banalità, quello che è il pensiero comune ad una parte maggioritaria non solo della politica ma delle attuali classi dirigenti italiane.

Tutto il resto, e in particolare i discorsi sul “merito” e sulla “promozione delle eccellenze”, non serve che a mascherare, a rendere meno brutale il pensiero dominante, così chiaramente espresso dall’ex capo del governo.

Chiaramente per smontare questo pensiero dominante non bastano due battute. Mi limiterò pertanto a una sola: ricordiamoci che senza la Formazione, l’alta Formazione e la Ricerca probabilmente produrremmo scarpe mediocri.

Ovviamente l’analisi dell’Economia della Conoscenza non può ridursi a queste banalità, ma ritengo che Socialismo voglia anche dire che la Conoscenza deve essere un Bene Comune in Italia e in Europa.

Perché solo attraverso l’innalzamento del livello culturale e tecnologico dei cittadini europei diventano pensabili altre risposte alle sfide lanciate dalla crisi.

Perché solo questo può essere il grande investimento in Futuro da realizzare, invertendo la spirale dell’impoverimento culturale che diventa impoverimento materiale e viceversa.

Allora l’Italia e l’Europa devono lanciare un grande progetto, che veda al centro la Conoscenza come Bene Comune e la necessità di innalzare sempre di più quel “livello culturale medio”, che serve anche a produrre ottime scarpe e (sicuramente) migliori cittadini.

Mentre scrivo, invece, il Governo Italiano ha appena varato la cosiddetta “spending review”; più che una vera e propria revisione della spesa si tratta dei soliti tagli lineari che vanno a colpire i servizi pubblici, essenziali soprattutto per la fascia più debole della popolazione.

In questo provvedimento vengono fortemente penalizzati gli Enti Pubblici di Ricerca, compreso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che, evidentemente, dopo la scoperta del Bosone di Higgs ha, per i nostri governanti, esaurito la sua funzione …

Inoltre l’attacco all’Università Pubblica è assai più subdolo. Scongiurato il taglio di 200 milioni di euro al Fondo di Funzionamento Ordinario arriva una serie di vincoli che, di fatto, impediranno il ricambio dei docenti che andranno in pensione. Il disposto combinato di queste norme con quelle sui requisiti minimi per tenere in vita i Corsi di Studio porterà così alla chiusura di molti di questi [2]. Il risultato è facilmente valutabile: riduzione dell’offerta formativa, chiusura di sedi e numero chiuso sempre più esteso. In poche parole maggiori barriere all’ingresso alla Formazione Universitaria che andranno rapidamente a incidere sulle classi più deboli.

Nasce il dubbio che l’approccio seguito, ben nascosto dai tecnicismi, sia profondamente “ideologico”, e legato a quella Ideologia della Destra Storica (di cui Monti è degno rappresentante) che vuole congelare i rapporti di forza fra le classi sociali e bloccare ogni mobilità sociale. E’ per questo che il Bene Pubblico Conoscenza deve essere invece salvaguardato dai Socialisti di tutta Europa.

Oggi nel Parlamento Italiano non è presente nessuna forza dichiaratamente Socialista, tuttavia, pur nella sua ambiguità, una larga fetta del PD appartiene proprio a quella tradizione, e le parole di Matteo Orfini, componente della Segreteria di quel Partito, pronunciate nel recente dibattito organizzato dalla Prima Pietra a Napoli, che sono state una netta critica della “spendig review”, fanno ben sperare.

L’auspicio è che si esca da questa ambiguità, e che rinasca un approccio Socialista ai Servizi Pubblici in generale e a quelli legati alla Conoscenza in particolare.

[1] Ho inizialmente desunto la notizia dal blog sul Fatto Quotidiano di Francesco Sylos-Labini.

[2] Antonio Banfi su Roars dell’8 luglio 2012.

Scritto da

Redazione LPP

- Redazione de La Prima Pietra