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28 Giu 2013

Intervista a Sergio Cofferati

COFFERATIIl Congresso del Pd va fatto in fretta, prima possibile e la ‘commissione’ istituita per stabilire le regole deve far presto: si può procedere con la separazione tra segretario e candidato Premier, non è necessario che sia la stessa persona, ma per entrambi devono valere le primarie aperte. E poi non e’ piu’ rinviabile l’adesione al Partito Socialista europeo: il Pd ci sarebbe dovuto esser come partito membro di diritto gia’ da tempo. Sergio Cofferati, ex-leader della Cgil, eurodeputato e da oggi vice-presidente della Commissione del Mercato Interno, non le manda a dire ne’ al numero uno di via del Nazareno, Guglielmo Epifani ne’ tanto meno all’inquilino di Palazzo Chigi, Enrico Letta.

Non va bene il decreto del Governo sull’occupazione giovanile incentivando le assunzioni: bisogna creare ‘lavoro’, cioè ‘produzione’, per rimettere in moto l’occupazione”. La strada da imboccare è allora un’altra e porta il nome di Keynes: intervento pubblico con forti investimenti in due settori, aggiunge ‘il cinese’, per cosi’ dire, ‘trainanti’, “le infrastrutture e la conoscenza” che, a loro volta, possono fungere da volano per riattivare gli investimenti privati. Le imprese investono, e quindi assumono, quando e se hanno ‘qualcosa’ da produrre: per questo occorre riattivare la domanda che  non puo’ che essere pubblica. Il nostro paese, come gli altri 27 che fanno parte dell’Unione europea, potrà beneficiare dei  finanziamenti, pari a 7 miliardi di euro, all’iniziativa, portata avanti nel Parlamento europeo dai partiti socialisti,  socialdemocratici e laburisti europei, denominata “Una garanzia europea per la gioventu’, adesso!”, in contrapposizione al PPE e  alle forze conservatrici. “Anche se insufficiente a risolvere il grave problema della disoccupazione giovanile, è purtuttavia un  primo importante passo per dare una speranza ai giovani senza lavoro nell’Ue attraverso la formazione e l’istruzione”, ha detto il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz che sara’ il candidato per il PSE alla presidenza della Commissione europea con le elezioni del 22-25 maggio 2014. “E’ questa una straordinaria opportunita’ per aderire presto al PSE: siamo nel gruppo  ‘S&D’ al Parlamento europeo ma non nel PSE, e’ una contraddizione che non ha senso tenere in piedi”, aggiunge Cofferati.

Nei giorni scorsi il PSE ha varato il ‘Programma fondamentale’ con al centro le “societa’ progressiste, diversamente ricche e laiche”, in alternativa al modello, fallito, creato dalle forze neoliberiste e il Pd ne e’ restato ai margini. Un Programma, per Cofferati, “interessante ed innovativo” per i temi posti: una nuova economia, la crescita, lo sviluppo e l’occupazione, che puo’ esserci solo se legata al lavoro, cioe’ alla produzione reale, effettiva. “E proprio qui sta il limite del decreto varato dal nostro governo: l’occupazione giovanile non si fa incentivando le assunzioni, ma creando ‘lavoro’ e ‘produzione’, con investimenti pubblici”. Ed e’ questa – la linea riformista del ‘Programma fondamentale’ del Pse – la sfida culturale e politica con le forze  conservatrici e liberali che ora maggioritarie impongono le politiche d’austerita’ che hanno fatto, precisa Cofferati, “un disastro”,  generando nell’Ue disoccupazione: 26,5 milioni, di cui 5,7 milioni hanno meno di 25 anni; debito pubblico degli Stati: 500  miliardi di euro nel 2012 e ‘bruciato’ 1.200 miliardi di euro in salvataggi per stabilizzare il sistema bancario e finanziario, ma  lasciando a se stanti crescita, sviluppo, disoccupazione e diseguaglianze. “Il Pd non può ulteriormente eludere la questione: deve far parte come membro di  diritto del Pse, magari insieme a Sel, anche perche’ nel 2014 c’e’ la straordinaria opportunita’ della guida della Commissione europea con un autorevole candidato, come Martin Schulz”. La questione Europa è strettamente  connessa al Congresso: e di candidati a leader ce sono diversi, da Pippo Civati a Fabrizio Barca, da Gianni Cuperlo a Gianni Pittella, con Matteo Renzi per ora in stand bay e lo stesso Epifani in pista. E Cofferati? A lui interessa l’adesione al PSE e la definzione di regole chiare e precise: “il Congresso va fatto prima possibile, in fretta: e per questo sono necessarie regole chiare e precise. Si può separare, ripeto, il segretario dal candidato Premier, ma i congressi dei circoli vanno fatti su documenti nazionali legati ai candidati sui quali discutere e con primarie aperte a tutti per entrambi, segretario e Premier: per ora queste modalità congressuali non ci sono e sarebbe bene che la commissione predisposta facesse presto, prima possibile”.

Scritto da

Carlo Patrignani

- Romano, classe '53. Giornalista professionista dal 1987. Dopo aver collaborato con il settimanale della Cgil 'Rassegna Sindacale' sono stato responsabile dell'Ufficio Stampa della rFilcea-Cgil e successivamente collaboratore di 'Lavoro e Informazione', mensile fondato di Gino Giugni. Attualmente scrivo su Huffington Post e Formiche. Ho pubblicato 'Lombardi e il fenicottero' (2010) e 'Diversamente ricchi' (2012).