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18 Lug 2013

Intervista ad un ipotetico iscritto al Pd

Non sono iscritto al PD e mi pare che questa sia a tutt’oggi una scelta valida. Eppure il PD, per mole e composizione non può non interessare a chi, anche in altri partiti come me, guarda alla politica ed alla sinistra progressista con interesse e speranza.

Ovviamente non si può intervenire a gamba tesa nel dibattito (pre)congressuale di un’altra forza politica, quindi approfitto del dibattito aperto da “La Prima Pietra” per fare un’intervista ad un ipotetico iscritto al Pd. Ovviamente la mia non è affatto una provocazione. E’ un invito alla riflessione politica che coinvolge le opzioni finora in campo. O sarebbe meglio dire l’unica opzione realmente politica in campo, quella di Renzi , perché le risposte ad essa sono culturalmente confuse e politicamente deboli, e l’ipotesi del Sindaco di Firenze in auge al PD pone a questo una serie di problemi culturali e politici che vanno affrontati. Dovessi riuscire a suscitare l’interesse di qualcuno, sarebbe tutto grasso che cola per il dibattito congressuale anche di altri partiti.

Queste le mie domande al PD, ovvero ai suoi iscritti:

1)       Se è vero, come molti sostengono e come sembra evidente a tutti, che il PD è il prodotto finito dell’azione culturale della “Terza Via” e che come tale non funziona, perché l’onda culturale che l’ha progettato s’è schiantata sulla scogliera dell’austerity europea, che ha largamente favorito in passato, perché il ragionamento di un cambiamento di questa politica europea è sostenuto in larga parte da coloro che sostengono anche Renzi, ovvero l’incarnazione di quel prodotto culturale appena descritto, per sua stessa ammissione? E’ Renzi, o meglio il suo portato culturale e politico, quello che serve al PD, al centrosinistra all’Europa ed all’Italia, in questa chiave di continuità con Blair?

 

2)       Assunto che in Italia siamo tutti “riformisti” e che di rivoluzionario c’è rimasto qualche slogan, Il PD, per lei, deve assumere la connotazione di un partito socialdemocratico? Se si, come può fare per non disintegrarsi nel processo di riavvicinamento al PSE? Se no, chi identità politica assume il PD, in ambito europeo e, soprattutto, Italiano? Quella conservatrice?Ed in che chiave l’enunciazione che sento spesso ripetere da alcuni dirigenti e molti iscritti del fatto che “serve più sinistra” nel PD, può trovare spazio?

 

3)      Secondo lei il PD sosterrà la candidatura di Martin Schulz come tutti gli altri progressisti europei, oppure avremo un distinguo? Se in Italia nascesse un’area culturale che dovesse sostenere direttamente quella candidatura elaborando una lista evidentemente legata al PSE, ed il PD non sostenesse quella linea, Lei si sentirebbe libero di votare per il PSE e non per il PD?

 

4)       Per un partito progressista, di sinistra, socialista o socialdemocratico che sia, il Governo e la vittoria elettorale sono mezzi per ottenere il cambiamento dello stato reale dei fatti, come ci ricordava Michele Serra l’altro giorno nella sua Rubrica su Repubblica. A Suo parere il governo di Enrico Letta sta operando il cambiamento, in senso progressista, o sta esercitando la conservazione?

 

5)       Un governo con le forze conservatrici di questo Paese, siano esse Scelta Civica o il PdL e derivati vari, permette l’affermazione di una cultura progressista e quindi l’egemonia gramsciana di questa o è un’ipotesi deteriore dovuta alla deformazione culturale che in Europa si è diffusa negli anni novanta e perdura finora del “comando a tutti i costi”? Non sarebbe più saggio occuparsi del programma fondamentale dell’area progressista e della sua crescita nella società, rappresentandolo in parlamento, piuttosto che inseguire chimeriche “responsabilità” di governo che altro non fanno che trasformare il progressismo in conservazione? Non sarebbe ora di rinunciare all’ossessione del governo quali che siano le condizioni, per tornare ad aspirare a guidare il paese e l’Europa per cambiarli invece che a guidarli e basta?

Questi sono ovviamente i miei dubbi e credo, magari con un poco di presunzione, di condividerli con molti. Anche con quelli che in questo periodo, pure essendo stati promotori del PD, provano grosso disagio verso quello che il loro Partito sta facendo e, sostanzialmente, è.

 

Scritto da

Mauro Morelli

- Napoletano, traduttore e copywriter con esperienze di osservazione del rispetto dei diritti umani, dirigente di SEL.

  • claudio bellavita

    io sono iscritto al PD, e ci sto. Anche perché mi sento in declino come Europa nel mondo, mi sento in declino come italiano in Europa, lasciatemi almeno stare in un partito che serve a determinare la politica italiana e non a fare testimonianza, e a raggrupparsi contro qualcuno anzichè intorno a delle proposte realizzabili nel breve, nel medio e nel lungo termine senza fare tra questi termini confusioni populistiche.

    1) Renzi ha il pregio di dire le cose, gli altri del pd il difetto di imbalsamare gli schieramenti fondativi per giustificare le loro pretese di essere rappresentati in eterno. Meno male che almeno Rutelli non c’è più, il più costoso soprammobile della storia.

    2) Il Pd, anche grazie alla segreteria Epifani, si sta avvicinando alla socialdemocrazia europea nei programmi come nei nomi (candidatura Schultz). Questa tendenza strategica contrasta oggi in Italia dall’esigenza di tenere comunque in piedi un governo che altrimenti non avrebbe maggioranza in Senato, ma dove , finora, il PDL alza la voce ma non esercita potere 3) non esiste che il Pd non sostenga Schultz,

    4) forse vi è sfuggito, ma la vittoria elettorale non c’è stata, e neanche la possibilità di un governo diverso da quello che c’è,. Non bastano le speranze di Bersani e di SeL per far cambiare idea a Scelta Civica e voto a una pattuglia di senatori 5 stelle, come ha pianamente rilevato Napolitano a un Bersani che voleva continuare a battere la testa contro il muro. Potrebbe succedere qualcosa alla fine della stagione dei processi a Berlusconi, quando sarà chiaro che non può più restare in sella e allora gli stessi pdl che oggi urlano istericamente contro la magistratura penseranno che questa è la loro ultima legislatura e cecheranno di farla durare, e andranno a lezione di qualche vecchio dc sulla “tecnica del riciclo”

    5) quando prendi tanti voti che ti fanno governare quasi tutti i comuni e ti danno un ruolo essenzaile per la continuità della legislatura in una fase in cui non possiamo permetterci vuoti di potere di 4 mesi ogni anno, si hanno delle responsabilità diverse di chi pensa che il suo compito sia quello di delineare il programma e l’azione della “sinistra perfetta”. E che finora non han delineato un bel niente, ma sono stati molto bravi, direi dai primi anni 70, a indicare sempre un nuovo “nemico del popolo” da demonizzare