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Lavoro: lettera a De Magistris

La Prima Pietra pubblica la lettera di Angelo Savio, segretario generale Nidil Cgil Napoli, indirizzata al Sindaco e alla Giunta Comunale di Napoli

Egr. Sig. Sindaco,
Tutti le analisi e i rapporti condotti e pubblicati da Centro Studi e Istituti di statistica confermano che la crescita della disoccupazione in Italia è ormai un dato “strutturale e continuativo”. Soprattutto tra i più giovani, la percentuale dei “senza lavoro” è salita al 33,9%, a causa della perdita di 700mila posti di lavoro da inizio anno. La gran parte dei nuovi contratti di lavoro, inoltre, è a termine (circa due milioni e mezzo), cui si aggiungono 462 mila collaboratori. Questa è la fotografia del 2012. Crisi economica e politiche del lavoro sbagliate, dunque, colpiscono i giovani due volte, condannandoli a un presente e a un futuro di strutturale incertezza. La Cgil, impegnata nella mobilitazione generale per un nuovo Piano del lavoro, è convinta che la lotta all’economia sommersa, tristemente malcelata dietro questi numeri, è condizione preliminare per realizzare una stagione di sviluppo e di diritti, soprattutto in favore di quelle categorie meno garantite e poco raggiunte da adeguati sistemi di welfare e di protezione sociale, a livello sia legislativo e di opportunità territoriali. Ci riferiamo innanzitutto ai lavoratori a termine, in somministrazione, ai parasubordinati, “al nero”; alle tante risorse umane neo-laureate prive di occupazione.
Riteniamo che affrontare questo tema sia un segnale importante, da sostenere con comune assunzione di responsabilità, ferme restando le distinte prerogative delle Istituzioni e delle forze sociali. Insediare un Osservatorio permanente sul fenomeno precarietà e lavoro sommerso può essere uno strumento valido per perseguire l’emersione di settori dell’economia verso condizioni di legalità e tutelare i diritti di tutti i lavoratori.
Nella città di Napoli si registra una situazione di ulteriore criticità, con un tasso di occupazione inferiore al 35% e un tasso di disoccupazione superiore vicino al 41%. Si tratta di una criticità particolarmente sentita tra i più giovani con una punta di disoccupazione vicina al 70% per i giovani tra i 20 ed i 24 anni. Siamo di fronte evidentemente ad una realtà fortemente influenzata dalla carenza di adeguate strutture industriali e terziarie, ma anche segnata dal debole rapporto tra formazione scolastica, formazione professionale e mondo del lavoro.
Il sindacato raccoglie da anni le adesioni, le esperienze e le segnalazioni di quella platea purtroppo sempre più ampia di lavoratori inquadrati con forme contrattuali parziali, improprie e “irregolari”, perché non corrispondenti alle caratteristiche, alle mansioni e agli orari di lavoro realmente svolti, o addirittura “al nero”. Si tratta di situazioni di abuso che il sindacato o i singoli lavoratori, spesso soli di fronte alla controparte poiché non sono nelle condizioni di esercitare alcun diritto alla rappresentanza sindacale, combattono con azioni e vertenze individuali, ma che necessitano di una soluzione politica complessiva e condivisa, affinchè sia davvero efficace, non più rimandabile.
Siamo disponibili e interessati, dunque, a confrontarci sulle modalità di istituzione e sul ruolo di tale “Osservatorio”, insieme a tutte le forze sociali e culturali del territorio, per soddisfare quell’interesse generale della città che comprende, a nostro avviso, una migliore e più ampia redistribuzione delle opportunità e delle ricchezze dei suoi cittadini, a cominciare dal riconoscimento di un lavoro dignitoso secondo come stabilito per legge.
Il nostro approccio vuole essere pragmatico e propositivo. Pensiamo che l’Osservatorio non può limitarsi a un Organo di sola “certificazione” del fenomeno, ma debba operare su più direttive:
1) sul piano culturale, va diffusa, soprattutto tra le nuove generazioni, la cultura della legalità ed il conseguente senso comune di disprezzo verso quelle attività che si servono della manodopera locale con modalità di sfruttamento. Il lavoro nero e sommerso deve diventare, con opportune campagne di opinione e di informazione sui diritti ed il coinvolgimento del tessuto sano della comunità, un “disvalore”, onde favorire e incoraggiare il rifiuto a subire passivamente questi abusi;
2) sul piano repressivo, con una intensificazione dei controlli, da stimolare anche attraverso protocolli di intesa e task force congiunte e coordinate tra Comune, Organi ispettivi e Forze dell’Ordine.
3) sul piano delle politiche del territorio, utilizzando una pluralità di strumenti tra cui: un’analisi costante dei fabbisogni locali per orientare interventi di welfare locale (comprensivi di tirocini, borse lavoro e percorsi di formazione) e cogliere ogni opportunità proveniente da eventuali fondi, progetti, e/o iniziative ministeriali, regionali o europei; lo sportello unico su incentivi e agevolazioni per favorire l’emersione; l’istituzione di un marchio di qualità alle aziende che rispettano i contratti collettivi nazionali e le norme di legge; la previsione di indici di congruità relativi al rapporto quantità/qualità della prestazione e quantità di ore lavorate e numero di lavoratori, il cui rispetto dovrebbe diventare la condizione per orientare in modo mirato gli interventi ispettivi, accedere alle gare d’appalto, rilasciare (e revocare) le concessioni pubbliche, godere di eventuali sistemi di fiscalità di vantaggio;
Fiduciosi di una Sua risposta, Le rinnoviamo la disponibilità a dare ogni possibile contributo al contrasto della precarietà e del lavoro irregolare e sommerso, al servizio di questa terra e dei suoi figli, che meritano un futuro e un’alternativa alla fuga, alla sfiducia e alla disperazione.
Angelo Savio
Segr.gen Nidil Cgil Napoli

Scritto da

Redazione LPP

- Redazione de La Prima Pietra