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5 Mar 2013

Macerie e terra bruciata

Un lunedì, capo di settimana, disastroso per Napoli ha aumentato il senso di incertezza e lo sconforto di chi vive in questa Città e di chi la ama.

città della scinezaNel volgere di dodici ore, al mattino, è crollata l’ala di un palazzo storico nel salotto buono napoletano alla Riviera di Chiaia, mentre, la sera, fiamme distruttive hanno bruciato un polo museale e di ricerca, la Città della Scienza, che rappresentava l’unica realizzazione concreta su un’area urbana, quella di Bagnoli, per la quale da più di vent’anni si blatera infruttuosamente di una riqualificazione che non vede nemmeno lontanamente l’alba.

Non è tanto interessante quantificare i danni dei due grossi guai a Napolitown, quanto immaginare quali ombre proiettino sul presente.

Il palazzo si sbriciola in una via occupata dagli eterni cantieri della metropolitana. Quella strada ferrata sotterranea doveva essere pronta ventitré anni fa col nome di linea tranviaria rapida (LTR), poi il suo tunnel è stato otturato per un decennio da scandali tangentizi e dalla famosa “talpa” data per dispersa nel ventre di Napoli, per poi divenire il prolungamento di una inutile e sempre vuota “Linea 6” che per ora duplica senza alcun beneficio per l’utenza la tratta Tecchio-Mergellina già servita dal vecchio metrò sin dal 1925.

Lo scandalo sta nel fatto che da circa trent’anni ci sono amministratori, funzionari, tecnici, professionisti che si stanno occupando di quegli scavi e di quella galleria, mentre la superficie a margine della Villa Comunale subisce la deturpazione continua nel disagio di cittadini abbandonati all’incuria dei luoghi civici.

Non sappiamo quali cause abbiano provocato il collasso dell’edificio; si parla di una conca d’acqua accumulata dallo scorrere di una antica sorgente nel sottosuolo proprio in prossimità della Riviera. Ma è mai possibile che in tutto questo interminabile tempo dei lavori, nessuno si sia posto il problema di questa falda acquifera? Qualcuno dice che vi è stata la concausa del sovraccarico di traffico automobilistico. C’era bisogno di un disastro per parlare senza veti ideologici e partigianerie sterili di ZTL? E se le paratie di quella stazione della metropolitana all’Arco Mirelli sono state costruite male, abbiamo certezza che sul resto della linea si stia lavorando come si deve? crollo palazzo a Chiaia

Quanto a Bagnoli, in queste ore, stanno accertando se l’incendio sia stato doloso. Quale manina criminale potrebbe mai essere stata così scellerata da mandare letteralmente in fumo uno dei rari esempi di concretezza in decenni di gestione parolaia del potere? Perché mai colpire un simbolo di eccellenza di Napoli nel mondo e privarla di una delle poche stelle che la fanno brillare ancora nel firmamento della scienza e della tecnica? Perché non hanno funzionato gli impianti anti-incendio?

Nel deserto, più che di idee, di fatti al quale sembra condannata questa metropoli in perpetua pre-agonia, ma mai mortalmente capitolata, a chi giova Città della Scienza bruciata e cancellata dalla linea di costa? Quale disegno delinquenziale asseconda il rogo di sei padiglioni su sette?

Anche qui lo scandalo viene da lontano:  probabilmente con i soldi del cinque per mille ricostruiremo la sede più bella che prima, ma perché questa Città non è in grado di preservare i suoi gioielli? Perché un contro-potere occulto riesce a prevalere sempre su qualsiasi iniziativa innovativa e pulita. Anche alle torri del Palazzo di Giustizia al Centro Direzionale anni fa’ venne appiccato il fuoco, per rallentare l’azione di contrasto dello stato alla camorra. Qui il segnale è ancor più inquietante: rallentare lo sviluppo futuro nel senso moderno della scienza, della tecnologia e della ricerca, dove la criminalità organizzata è per sua natura ancora arretrata e non potrebbe mettere subito le sue mani in pasta, come sarebbe capace di fare in settori economici più tradizionali che è facile intuire.

Quelle fiamme su Bagnoli indicano purtroppo che sia andata in fumo una progettualità moderna e innovativa sul futuro della città, come quel crollo alla Riviera grida vendetta per i fiumi di soldi nostri spesi male e dispersi in corruzione e incompetenza.

E in questo scenario devastante di smarrimento generale dei concittadini e di chi dovrebbe guidarli, a un “normo-napoletano”non può che accapponarsi la pelle davanti alle macerie di edifici rasi al suolo e fuochi che fanno terra bruciata.

Scritto da

Dino Falconio

- Socialista, cattolico, scrittore, notaio in Napoli, giornalista pubblicista, Presidente del Comitato Notarile della Regione Campania, docente all’Università Federico II (Scuola di Specializzazione delle Professioni Legali), Presidente della ONLUS Energia del Sorriso, Vicepresidente dell'A.S.J.A. Pontano (sezione napoletana dell'associazione ex alunni dei Padri Gesuiti), Consigliere Segretario del Circolo Canottieri Napoli, fondatore del movimento metropolitano FareRete.