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26 Feb 2014

Nel caos culturale e politico imperante

caos politico imperanteNel caos culturale e politico imperante, ben più devastante della stessa crisi finanziaria che ne è al tempo stesso generatrice e profittatrice, la stella polare dell’uguaglianza tra tutti gli esseri umani, al di là delle classi, della razza, del sesso, continua a brillare, distinguendo, nettissimamente, destra e sinistra, che non sono categorie obsolete da rottamare.

Così come la parola riformismo continua a segnare lo spartiacque tra destra e sinistra nell’indicare la direzione di marcia: rendere l’uguaglianza tra tutti gli esseri umani, al di là delle classi, della razza, del sesso, reale e concreta per pari opportunità e consentendo a ciascun individuo la massima libertà di decidere la propria esistenza e di costruire la propria vita.

Spinti dai loro spin-doctors su quel che ‘fa immagine’, Mario Monti e Matteo Renzi, due epigoni dell’ideologia dominante, il neoliberismo, che teorizza, con il socialismo é morto, la società non esiste, esiste l’individuo, hanno tentato di appropriarsi, il primo, del ‘pensiero economico’ di un azionista e socialista, Riccardo Lombardi, rubandogli l’idea, ma svuotata di senso, delle ‘riforme di struttura’ e il secondo, rivedendo a modo suo e stravolgendolo, ‘il pensiero filosofico’ dell’azionista e socialista, Noberto Bobbio, rubandogli l’idea, ma svuotata di senso, dell’eguaglianza.

Tra Monti e Renzi, si inserisce il terzo affabulatore e nientista, Silvio Berlusconi, che ha fatto man bassa di ex-comunisti, ex-socialisti, ex-repubblicani, ex-radicali, e di concetti, ma svuotati di senso, ed a lui totalmente estranei: riformismo, liberalismo, democrazia, innovazione, modernizzazione.

Lombardi e Bobbio, azionisti e socialisti anomali, antidogmatici e laici, mai anticomunisti, il primo: ‘siamo acomunisti’, nè filo nè anticomunisti; il secondo: ‘né con loro né contro di loro’, hanno segnato in maniera indelebile la storia della sinistra, lasciando un patrimonio inestimabile di idee, intuizioni, e progetti straordinari.

In una parola: l’utopia di una società che nell’essere ‘più ricca perché diversamente ricca’ fosse una società socialista di uguali, e al tempo stesso diversi, per storia e cultura, pensiero e personalità, non certo per razza, e di liberi, liberati dal fardello dell’incultura, della povertà, della prepotenza e dell’asservimento, connotati tipici di ‘un pensiero di destra’, pur se camuffato con l’appropriazione indebita di personaggi di altra storia, quella ancora viva e vegeta di sinistra, ma di una sinistra, è bene rimarcarlo, ormai orfana del comunismo fallito sotto le macerie del Muro di Berlino.

Se Bobbio negli ultimi tempi, deluso prima dalla fine disastrosa del Psi, e poi dall’incapacità del vecchio Pci di rinnovarsi e dar vita ad un partito del socialismo europeo, si era ritirato nel privato “non c’e’ speranza….l’Italia è un paese di destra’, Lombardi fino all’ultimo ha urlato tutto il suo disappunto per la messa in soffitta del socialismo in nome della modernità: ‘noi siamo condannati alla ricerca continua […] coloro che hanno ragione stanno in minoranza: ma questa minoranza ha il privilegio di mettere in difficoltà le maggioranza mal costituite’.

Questo potrebbe essere il ruolo di Gianni Cuperlo, Stefano Fassina e soprattutto di Pippo Civati che, dopo la sofferta decisione di votare sfiduciato la fiducia al governo Renzi, resta nel Pd, rinunciando alla deleteria pratica scissionista per avviare l’ennesimo, inconcludente, ‘cantiere delle idee’, più o meno aperto’ della sinistra: perché, a spaccare si fa più in fretta che a unire.

 

Scritto da

Carlo Patrignani

- Romano, classe '53. Giornalista professionista dal 1987. Dopo aver collaborato con il settimanale della Cgil 'Rassegna Sindacale' sono stato responsabile dell'Ufficio Stampa della rFilcea-Cgil e successivamente collaboratore di 'Lavoro e Informazione', mensile fondato di Gino Giugni. Attualmente scrivo su Huffington Post e Formiche. Ho pubblicato 'Lombardi e il fenicottero' (2010) e 'Diversamente ricchi' (2012).