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10 Dic 2013

Primarie PD: alcune riflessioni

Il popolo delle primarie del Pd, circa 3 milioni, più non che iscritti, ha scelto, con il 68% dei voti, la via ‘secondo Matteo’…Renzi: l’Io dico, l’Io faccio, l’Io assoluto.

E in democrazia, pur se lacerata e calpestata nel rispetto della volontà popolare, il responso delle urne va rispettato e per quanto indigesto va metabolizzato senza rassegnazione.

La via ‘secondo Matteo’…Renzi, salutato con “stella della sinistra italiana” e ‘il nuovo Blair’, questa non è senza ritorno, e se stella fosse è…cadente e di Tony Blair, oltre il liberismo sfrenato, è arcinota la guerra per ‘le armi di distruzione di massa’ mai rinvenute in Iraq.

Il trionfo di un giorno, il 9 dicembre, segna però lo spartiacque tra due modalità culturali e politiche di intendere la società e la vita umana: l’acquiescenza allo ‘status quo’ di una società da dirigere come la ‘sacra’  famiglia, secondo la regola del pater familias, “[..] dove il buon esempio dei genitori è determinante nell’educazione dei figli”, parole del fan-patron di Eataly, Oscar Farinetti, o la ribellione continua, nonviolenta allo status quo per una società altra, di uomini e donne liberi, guali e diversi.

Anche se oggi, 9 dicembre, “tutto è [o può sembrare] perduto – è il lascito del comunista ‘eretico’ Antonio Gramsci – bisogna mettersi tranquillamente in cammino ricominciando dall’inizio”.

Dal ‘non mollare’ di Giustizia e Libertà, la ricerca affascinante di una nuova Utopia per l’alternativa possibile. Quale? Senza dubbi e senza equivoci: il socialismo, avendo bene in mente che, “è socialista quella società che riesce a dare a ciascun individuo – è il lascito del socialista eretico Riccardo Lombardi – la massima libertà di decidere la propria esistenza e costruire la propria vita“.

Lo spartiacque è perciò tra un progetto di società fatto di “[..] azzeramento dei privilegi, riduzione drastica dei salari esagerati, azzeramento dei rimborsi ai partiti [..] nuova legge elettorale, nuovo linguaggio di pacificazione [..] nostre vocazioni”, stando al Farinetti-pensiero, ed un altro mirato a ‘una società più ricca perché diversamente ricca’, dove alla dittatoriale soddisfazione dei bisogni materiali, necessari alla ‘sopravvivenza’: la casa, il lavoro, il salario, la sanità, deve seguire la disponibilità dei bisogni immateriali, indispensabili alla ‘vita’: la scuola, l’istruzione, la ricerca, formazione, il tempo libero per se stessi e per gli altri, la qualità della vita, la cultura, per realizzare nella massima libertà le personali ‘esigenze’, di cui la sinistra finora non si è mai occupata. Perché’, per dirla con lo psichiatra dell’Analisi Collettiva Massimo Fagioli, “se la politica è solo idea della soddisfazione dei bisogni non si distingue dal pensiero cristiano […] Le idee nuove spingono a perseguire la realizzazione umana, ovvero lo sviluppo del pensiero“.

gramsciLo spartiacque è insomma tra un modello di società, quello ‘secondo Matteo’, dominato dal dogma che “ciò che è peccato” diventa reato – l’aborto, ad esempio, per cui si fa ‘il cimitero dei bambini mai nati’ – e “cio’ che è reato” – la pedofilia ad esempio – non è perseguibile in quanto è peccato da espiare con la confessione e l’altro modello senza dubbi e senza equivoci socialista in cui la libertà religiosa, di qualsiasi religione, è assicurata nelle sedi e nelle forme di ciascun culto, ma non sta nello Stato e nelle sue istituzioni.

Un precetto e/o una credenza religiosa, non può mai farsi norma di legge, pena lo Stato teocratico, e perché la legge riguarda l’intera collettività, di esseri umani liberi ed uguali e diversi soprattutto nel rapporto uomo-donna, e non una parte. Gli ex-Ds del Pd e gli ex-Pci sparsi in mille rivoli, sigle e associazioni, come gli ex-Psi, hanno, nel giorno della vittoria della via ‘secondo Matteo’, la ghiotta opportunità di farla finita con una prassi politica perdente per il fallimento della teoria sottesa: il consociativismo di Palmiro Togliatti e poi di Enrico Berlinguer da una parte e di Pietro Nenni e poi di Bettino Craxi dall’altra, basato sull’ibrida alleanza di ferro con la Chiesa e con l’ideologia cattolica e appunto di ricominciare dall’inizio, dalla lezione culturale, politica, umana di due grandi eretici della loro storia: Gramsci e Lombardi. Ai quali aggiungere altri: Bruno Trentin e Giuseppe Di Vittorio; Noberto Bobbio e Antonio Giolitti.

Ovviamente, la ricerca della nuova Utopia per l’alternativa possibile non si esaurisce qui: spetta alla sinistra sparsa e divisa – e può essere la chance d’oro nelle mani di Pippo Civati, meno di Gianni Cuperlo – rifarsi l’identità che non ha mai avuto e ritrovare, con coraggio e pazienza, l’unità smarrita cominciando a occuparsi di realtà umana ed a cimentarsi con ‘un pensiero nuovo’, la teoria della nascita umana ampiamente riconosciuta a tutti i livelli nel mondo scientifico che Fagioli espone nel quindicesimo libro, ‘Left 2010’, edito da L’Asino d’oro, e presentato sabato scorso davanti migliaia di persone a Più Libri più liberi. “Avevo trentanove anni quando scrissi le parole che dicevano il pensiero nuovo sulla realtà della nascita dell’essere umano. Dissi che avevo visto la dinamica tra realtà biologica e realtà mentale che escludeva che la verità umana fosse, per sempre, la scissione. Non c’era più lo spirito che scendeva sulla materia, ma l’energia, la luce, che si univa alla sostanza cerebrale. Le parole: spirito e materia non si sarebbero mai unite perché l’uno era mai nato e senza inizio né fine, l’altra era deteriorabile, con la vita dal tempo misurabile perché finito e mai infinito”.

Scritto da

Carlo Patrignani

- Romano, classe '53. Giornalista professionista dal 1987. Dopo aver collaborato con il settimanale della Cgil 'Rassegna Sindacale' sono stato responsabile dell'Ufficio Stampa della rFilcea-Cgil e successivamente collaboratore di 'Lavoro e Informazione', mensile fondato di Gino Giugni. Attualmente scrivo su Huffington Post e Formiche. Ho pubblicato 'Lombardi e il fenicottero' (2010) e 'Diversamente ricchi' (2012).