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2 Apr 2012

Tutto facile … fino a quando “l’armatore nun ve paga”.

di Angelo Leopardi.
La musica neomelodica, ingenua e a volte esilarante erede della tradizione della sceneggiata napoletana, è prima di tutto un fenomeno di costume. E come fenomeno di costume riporta le voci e le sensazioni di quel “popolino”, il lumpenproletariat di Amadeo Bordiga, che a Napoli e dintorni non ha mai avuto voce in capitolo nelle decisioni che contavano, ma che è stato piuttosto utilizzato in funzione degli interessi delle classi dominanti.
E’ proprio questo il caso di un pezzo a dir poco esilarante “L’armatore nun vè paga” di Michele Battiloro, perfetto rappresentante della schiera dei cantanti neomelodici.
La vicenda è quella di una delle più grandi compagnie armatoriali campane, la Deiulemar di Torre del Greco. Questa società, avendo l’autorizzazione per emettere circa 40 milioni di euro di obbligazioni, ne aveva emesse invece illegalmente per un valore superiore ai 700 milioni, raccogliendo in buona parte i risparmi di migliaia di famiglie, in buona parte della stessa Torre del Greco, e pagando sempre interessi assai significativi (di norma superiori al 7% annuo). Tutto è filato liscio per decenni, fino a quando, probabilmente in seguito a investimenti finanziari errati della stessa Deiulemar (in questo momento c’è almeno una inchiesta in corso sulla vicenda), di colpo all’inizio dell’anno i risparmiatori non hanno più ricevuto gli interessi e si sono visti negare la possibilità di ritirare il capitale investito.
L’investimento Deiulemar era talmente radicato a Torre del Greco che gli investitori appartengono a tutte le classi sociali, dai pescatori ai marittimi, dai professionisti ai commercianti. La situazione è talmente drammatica da mettere in seria difficoltà l’economia di un’intera città di quasi centomila abitanti.
Le migliaia di obbligazionisti si sono organizzati in un comitato e hanno organizzato più di una manifestazione per chiedere la restituzione del “maltolto”, con l’unico risultato concreto di scatenare l’interesse di Magistratura e Guardia di Finanza sul “sistema Deiulemar” e sull’origine delle somme investite. Da un lato una parte dei soldi investiti in obbligazioni provenivano da guadagni in nero, per cui a molti obbligazionisti risulta difficile giustificare l’origine delle somme, dall’altro essendo le obbligazioni “illegali” su queste non erano mai state pagate le imposte (in particolare la cedolare secca del 12.5% sulle rendite finanziarie). Il sistema faceva comodo chiaramente a truffatori e truffati, che, in buona o in cattiva fede, non si erano mai preoccupati del problema fiscale. La vicenda Deiulemar è, in poche parole, uno spaccato di tanta parte della società italiana. Una parte che ritiene che la “furbizia” sia una virtù. Una parte che ha ritenuto che investire in obbligazioni di un’unica società i risparmi di una vita fosse una buona idea, che il guadagno “facile” non avesse rischi e che, tutto sommato, non era il caso di farsi troppe domande sulla liceità di certe operazioni. Tutto facile … fino a quando “l’armatore nun ve paga”.

Scritto da

Angelo Leopardi

- Ricercatore di Idraulica all'Universita' di Cassino. Si occupa anche dei problemi dell'universita' e della ricerca in Italia.

  • Angelo Leopardi

    Gentile sig. Peppe,
    probabilmente non ha afferrato il senso dell’articolo.
    La questione che volevo affrontare non è quella delle responsabilità nella vicenda Deiulemar, abbondantemente affrontata dal punto di vista giornalistico e sulla quale la Magistratura dovrà accertare la verità dei fatti (e che ci sia stata truffa pare comunque abbastanza semplice da dimostrare, stia sereno). In Italia la truffa è ancora un reato, e i truffatori dovranno scontare le conseguenze.
    Il mio ragionamento era piuttosto rivolto all’analisi di un costume assai diffuso: le pare ragionevole che migliaia di persone abbiano investito gran parte dei propri risparmi in un affare a elevato rischio (perchè, se non ci fosse stata truffa, ma un semplice fallimento dovuto alle condizioni del mercato, gli obbligazionisti avrebbero perso tutto senza aver diritto a nulla. Spero che questo le sia chiaro.)? Le pare ragionevole che nessuno sapesse che non venivano pagate le imposte?
    Spero che ora le sia chiaro quello che volevo dire.

    PS questo blog è autofinanziato. Inoltre ognuno si assume la responsabilità di quello che dice (e scrive). Anche chi commenta.

  • peppe

    prima di scrivere certe c….la consiglio di informarsi bene sulla vicenda….la questione degli investimenti errati è tutto errata poichè quello che e è successo è dovuta al fatto che si è voluto fare una vera e mega truffa ai danni di coloro che investivano nella deiulemar infatti si informi sulle indagini della gdf che ha scoperto un grande meccanismo detto di scatole cinesi cioè di svuotare le casse della deiulemar a favore di altre societa’ intestate sempre ai soci facendo si che tutti i soldi sparissero nei grandi paradisi fiscali e per questo è stata anche dichiarata una societa’ di fatto tra le varie famiglie…poi che queste obbligazioni erano irregolari certo non è colpa di chi investe ma di coloro che emettono, invece di 40 milioni regolari ma 600 milioni irregolari oltre ai flussi di denaro non controllati da chi di dovere,e lei vuole richiudere il tutto dicendo che il problema nasce dal momento in cui l’armatore nun v pag…fa piu’ bella figura se trattate altri argomenti….poi sempre in buona fede se ha avuto mandato da qualcuno di scrivere certe cose il discorso cambia…giustamente se l’armator v pag u problem nun c sta….cordiali saluti

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