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11 Gen 2012

(cantando) E’ andato via…

Ha lasciato. Il neopresidente-cantante-professore ha detto addio a Napoli e al sindaco De Magistris. Ha lasciato la presidenza della Fondazione per il Forum delle Culture di Napoli 2013; l’ha annunciato ai cittadini con un post su Facebook. Poi è arrivata una, più ufficiale, lettera a Repubblica: “[…] Cominciai ad avvertire che mi ero infilato in una specie di bosco di cui non conoscevo né sentieri né piante tuttavia la parola “cultura” suonava così forte dentro di me da convincermi che tutto si sarebbe assestato.”

Pochi momenti concessi allo sbigottimento per i napoletani e dopo qualche ora la Fondazione per il Forum delle Culture che dovrà tenersi a Napoli nel 2013 aveva già un altro presidente: Sergio Marotta, docente universitario e nipote di quel Gerardo che fu anima dell’Istituto italiano per gli Studi Filosofici. Insomma, è cambiato totalmente il profilo del neo-presidente: abbandonando il fascino del poeta, ci si rivolge alla praticità del giurista.
Intanto non una dichiarazione dell’assessore ai beni e alle attività culturali, Antonella Di Nocera, straordinario esempio di quell’entusiasmo arancione che forse si sta raffreddando negli ultimi mesi. Non la vorremmo immaginare ancora scottata dalla sottrazione della delega al Turismo, raccolta dallo stesso sindaco, a inizio anno.  Come si può invece non ammirare la velocità e la sicumera del sindaco De Magistris nel fare scelte così importanti: via uno, avanti un altro.
A pensar male si fa peccato, ma come non pensare al fatto che il cantante-professore probabilmente stesse vivendo, già da un certo periodo, l’esperienza di direzione della Fondazione per il Forum con un qualche disagio. Prima la questione dei compensi, poi il silenzio su qualunque cosa. Vecchioni ha ragione: lui è un poeta, non si aspettava che a costruire uno degli eventi più importanti per l’Italia nel 2013, ci volesse il sostegno della politica, della macchina amministrativa del comune e della regione. Vecchioni ha ragione: la cosa è più grande di lui. Ma la domanda che sorge spontanea è la seguente: ma la giunta non lo sapeva che per costruire il Forum oltre alla passione, la poesia e l’entusiasmo (del malcapitato Vecchioni) era necessario anche altro? Forse i napoletani si sono illusi di poter vivere la città come visionari alla Steve Jobs, secondo il principio del “volere e potere”? Come se fosse possibile riuscire in qualcosa senza le (sempre sottintese e mai pretese) competenze.
In ogni caso, chiunque la guidi o presieda, la Fondazione per il Forum delle Culture di Napoli 2013, istituita nel settembre del 2009 con una delibera dell’allora consiglio comunale, ha un consiglio di amministrazione, una comitato di revisori dei conti e un comitato scientifico. Quindi, quando fu fatto il passaggio di staffetta da Oddati a Vecchioni e poi dal professore-cantante al giurista Marotta sullo sfondo c’è sempre stata la Fondazione, che voglio immaginare in pieno fermento (dal 2009) per la creazione del Forum. E invece? La percezione che si ha leggendo le parole di Vecchioni è che tutto sia fermo (o imbrigliato coi partiti, nel peggiore dei casi), o almeno tutto si sia fermato con la “cacciata” di Oddati, in attesa che un presidente rivoluzionario prenda la situazione in mano, la capisca in pochi giorni, abbia le idee chiare sul da farsi, comunichi al comitato dei revisori dei conti quanto vada speso, in che modalità, a quale scopo e, dunque, coinvolgere la città. Ma siamo in ritardo, in netto ritardo. Speriamo solo che Sergio Marotta non soffra d’ansia.

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