Condividi:

" />
22 Mag 2014

Decrescita felice & M5S

Ultimamente, grazie anche al M5Stelle, sentiamo parlare di “decrescita felice”, ma è sempre connotata da un giudizio negativo e da una serie di luoghi comuni, molti ne parlano ma nessuno si prende la briga di andare a vedere di che si tratta.

La decrescita felice parte da una critica della società organizzata sulla base del consumismo, partendo cioè dal presupposto che l’espansione illimitata dei consumi sia la strada da perseguire per creare benessere e prosperità.

La crisi attuale è un prodotto del consumismo e affonda le sue radici in America, dove l’immenso debito delle famiglie che nell’estate del 2007 ha iniziato ad implodere, cioè hanno cominciato a non pagare più con la famosa crisi dei mutui sub-prime. In America i consumi sono stati per anni molto superiori rispetto a quanto ogni singolo potesse permettersi, si acquista più di quanto si consuma effettivamente. I debiti delle famiglie americane sono debiti contratto per scopi di consumo, è proprio l’abulimia del consumo generato dalla società americana che è alla base della crisi.

La decrescita felice non è legata alla diminuzione ma sostanzialmente a concetti di tipo qualitativi, il problema è legato al fatto che molte cose che consumiamo vengono sprecate. Un esempio che spesso viene fatto per spiegare meglio cose si intende  è riferito ala riscaldamento delle nostre abitazioni, infatti in Italia le nostre case che per essere riscaldate consumano mediamente 20 metri cubi di metano o 20 di gasolio al metro quadro all’anno, mentre per esempio in Germania non viene concessa la licenza di abitabilità se il consumo è superiore a 7. Bisogna cambiare il paradigma al quale siamo abituati e cioè che non tutti i le merci sono beni che fanno crescere il PIL sono utili, bisogna quindi puntare a sviluppare tecnologie che riducono gli sprechi, puntando non ad aumentare la produttività ma la riduzione del consumo di energia e risorse.

Sin’ora i tentativi di rilanciare la crescita economica effettuati da cinque anni a questa parte non hanno dato i risultati sperati, infatti tutte le misure di politica economica finalizzate a ridurre il debito tendono a deprimere la domanda aggravando la crisi (infatti la domanda è sostenuta in particolar modo dal debito). I provvedimenti di politica economica sin ora adottati quindi non ci hanno permesso di uscire dall’ impasse, anzi tali interventi non hanno fatto altro che scaricare sulle classi popolari e sul ceto medio i costi del rientro dal debito pubblico e di rilanciareQuando la buona gente dice la crescita attraverso la mercificazione dei beni comuni e un programma di grandi opere.

I fautori della decrescita felice ritengono che nella fase storica attuale la crescita non solo è la causa di una crisi economica dalla quale non si può uscire ripristinando le condizioni precedenti ad essa, in quanto non farebbe altro che accentuare progressivamente lo squilibrio tra gli incrementi dell’offerta e la diminuzione della domanda di merci, ma anche di una gravissima crisi ambientale caratterizzata da un prelievo di risorse riproducibili superiore alla loro capacità di rigenerazione annua e da un consumo di risorse non riproducibili che ha ridotto pericolosamente gli stock di alcune di esse, in particolare le fonti fossili.

Quindi ritengono che è opportuno uscire dall’ errore di credere che crescita e sviluppo siano sinonimi,  e da una distribuzione demenziali dei carichi di lavoro tra chi lavora troppo e chi non lavora affatto.

Per quanto molti ritengano ingenue, idealistiche, tali posizioni, sarebbe opportuno almeno analizare le proposte in quanto decrescita non vuol dire tornare all’età del bronzo, ma cambiare un paradigma culturale, in quanto quello che si continua propinare, che al di là di piacere o meno ha un piccolo problema, rispetto ad alcuni decenni fa: è penosamente fallito.

Gli altri hanno letto anche...

Scritto da

Luigi Cristiani

- Economista e appassionato di tutta la letteratura economica da Smith a Marx, da Keynes a von Hayek, da Modigliani a Friedman. Amo i fumetti della Marvel (Spider-Man, The Avengers, Fantastic Four, X-Men), lo squash, il tennis e il basket. Patito per il Napoli