Condividi:

" />
5 Mar 2013

I social-democratici tedeschi dicono no al fiscal compact

 

bundesrat

Mentre in Italia l’attenzione è tutta puntata sui futuri scenari politici del post voto, dalla Germania arriva una notizia che rischia di compromettere seriamente le politiche di austerity imposte da Angela Merkel all’Europa. Il Bundesrat, a maggioranza  socialdemocratica e verde dopo l’ultima vittoria alle amministrative in Bassa Sassonia, ha infatti bloccato il fiscal compact fortemente voluto dal governo chiedendo di introdurre al suo posto un salario minimo nazionale e interprofessionale pari a 8,50 euro l’ora. A questo punto, come prevede la costituzione tedesca, la sfida politico-parlamentare si sposterà nella sede della Commissione di mediazione, dove Parlamento e Laender dovranno trovare un accordo. Ma al di là del blocco che potrebbe esser temporaneo, questo voto è un chiaro segnale politico in vista delle prossime elezioni autunnali: il partito socialdemocratico non è più disposto a seguire la linea politica della cancelliera Angela Merkel per quanto riguarda le misure anti-crisi in Europa. Del resto che le cose stessero cambiando  all’interno del Spd non è una novità dell’ultima ora. Il 25 luglio del 2012 il segretario del principale partito d’opposizione tedesca, Sigmar Gabriel, aveva fatto approvare un documento molto duro nei confronti delle banche accusate di mettere in difficoltà gli stati europei indebitati per il proprio tornaconto. Per Gabriel l’unica soluzione per evitare il fallimento dell’intera Europa è che “i politici devono tornare a fare le regole, smettendola di farsi imporre l’agenda dalle banche”.

 

 

SpdProprio il tema del maggior controllo delle attività bancarie è uno dei cavalli di battaglia del Spd tanto che  il candidato cancelliere Peer Steinbrück (ormai conosciuto anche a noi italiani dopo la battuta su i due clown) ha proposto più volte l’istituzione di un’agenzia di rating europea, in grado di ri-equilibrare il dislivello attuale dovuto al fatto che le grandi agenzie che contano sono tutte americane. A differenza di quanto è avvenuto in Italia, i partiti di sinistra tedeschi non hanno nessuna intenzione di essere associati alle politiche della Merkel né di lasciare il campo di una riforma dei meccanismi europei soltanto ai partiti anti europei. Del resto non è un mistero che negli ultimi mesi si siano intensificati gli incontri e i rapporti tra esponenti del socialdemocratici tedeschi  e socialisti francesi. L’obiettivo è infatti quello di elaborale almeno parzialmente una linea comune per mettere un freno alle politiche di austerity e affrontare il tema della crescita. In caso di vittoria del Spd alle elezioni federali che si terranno nell’autunno del 2013, per la prima volta potremmo assistere ad un asse franco – tedesco socialista che potrebbe assumere la guida dell’Europa.

Scritto da

Redazione LPP

- Redazione de La Prima Pietra