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Il dramma degli esodati: Senza stipendio né pensione

 

Senza pensione né stipendio da un giorno all’altro. Senza nessuna forma di reddito se non i risparmi di una vita o della famiglia. E’ questa la drammatica situazione in cui rischiano di trovarsi 390.200 lavoratori italiani secondo le stime dell’Inps. Una bomba ad orologeria che può esplodere trascinando con sé il governo Monti e soprattutto il ministro Elsa Fornero, primo artefice di questo disastro. Se i dati fossero confermati ci troveremo di fronte alla più iniqua e controproducente manovra mai realizzata nella storia della Repubblica, al più violento attacco a quel patto sociale su cui si costituisce lo Stato moderno. Questi 390.200 cittadini italiani costretti a vivere nell’angoscia del futuro, senza neanche il diritto di sapere se saranno salvati o gettati nell’inferno, costituiscono la prova di come il ruolo dello Stato di mediatore tra imprenditori e lavoratori con questo governo sia saltato. È bene ricordare, infatti, che non stiamo parlando di fannulloni che hanno fatto di tutto per svignarsela e godersi la pensione anticipata, ma lavoratori che avevano accettato di uscire dal mondo del lavoro, in base ad accordi stipulati tra sindacati e aziende, in cambio di un trattamento economico adeguato in attesa di maturare i requisiti pensionistici. Quello che da mesi il ministro Fornero tace colpevolmente agli italiani è che nel calcolare il numero degli esodati non si è mai tenuto conto dell’enormità di fattispecie diverse: dalla prosecuzione volontaria, ai cosiddetti cessati (ovvero tutti coloro che sono usciti per dimissioni, licenziamenti volontari ecc.) fino ai lavoratori in mobilità (dalla lunghezza variabile a seconda degli accordi) e a quelli che hanno lasciato il posto in favore dei figli (con stipendi ovviamente nettamente inferiore a quelli dei genitori) .

Lo scandaloso balletto di cifre a cui stiamo assistendo è il prodotto di politiche aziendali che, nella più totale anarchia, hanno fatto di tutto per “svecchiare” la forza lavoro e alleggerire gli organici non potendo licenziare di punto in bianco migliaia di dipendenti. Ottusamente il governo ha cercato di cambiare le regole del gioco, senza tener conto che quando si tratta di questioni tanto complicate non basta un decreto legge per sanare una situazione così complessa. Eppure proprio sul tema degli esodati il governo Monti rischia di giocarsi tutto. Altro che giochi di palazzo e riforma costituzionale! Pensiamo infatti per un attimo a cosa potrebbe accadere nel nostro paese se effettivamente a settembre centinaia di migliaia di lavoratori si trovassero di punto in bianco senza stipendio né pensione. Proviamo per un momento a immaginarci la rabbia e la disperazione di chi il ministero ha deciso di “non salvaguardare” e che dovrà cercarsi un lavoro, magari contendendolo ai propri figli precari. Ma oltre che colpire direttamente i lavoratori, questa riforma rischia di avere delle pesantissime ripercussioni anche dal punto di vista economico generale. Non è difficile prevedere che ci sarà una drastica riduzione dei consumi che porterà ad una recessione ancora più drammatica, facendo crollare ancora di più il mercato interno. Persino il livello di entrate fiscali subirà un netto calo in quanto, come è ben noto, le tasse dei lavoratori dipendenti sono le uniche certe. Di fronte a uno scenario simile anche l’abulica e moribonda classe politica italiana non potrà più sostenere sic et simpliciter il governo, restando a discutere oziosamente di presidenzialismo o di riforme costituzionali. Anche perché privare da un momento all’altro un così grosso numero di persone dei propri diritti acquisiti e in maniera così arbitraria rischia di mettere in discussione il patto sociale su cui si regge lo Stato stesso. Che fiducia infatti potranno più riporre gli italiani, già tartassati dalla crisi, in un governo che chiamato “a salvare la Patria” abbandona nel limbo migliaia di cittadini, costringendoli giorno dopo giorno a dover divorare pagine e pagine di giornali o siti internet per capire se il proprio nome è nella lista dei “graziati” o in quella dei “dannati”? Di fronte al dramma umano di migliaia di persone non basta più dichiarare che gli esodati stanno a “cuore” al governo, non basta esprimere solidarietà e comprensione. Si deve agire per far cessare una volta e per tutte questo osceno gioco di cifre e numeri sulla pelle dei lavoratori. Tutto i governo dovrebbe avere il coraggio di parlare chiaramente agli italiani, dicendo finalmente la verità e ammettendo le proprie responsabilità. Non è accettabile che esperti di fama internazionale non sappiano neanche fornire dati certi, dando sicurezza ad un paese che sempre di più brancola nell’incertezza del futuro.

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