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3 Mag 2012

Il grido d’allarme dei sindacalisti tedeschi: “L’Europa deve cambiare rotta!”

di la redazione

Mentre la crisi ormai divora senza appello lavoratori di tutto il mondo, mai come quest’anno le celebrazioni del 1° Maggio hanno avuto un valore particolare e necessario. Tra le tante manifestazione e i tanti appelli colpisce per la forza e la novità quello fatto dal sindacato tedesco DGB che si schiera apertamente contro il Governo, la Confindustria tedesca e il pareggio di bilancio. Una posizione particolarmente coraggiosa che viene proprio dal paese che guida il più violento attacco all’indipendenza e alla dignità dei lavoratori.

Ecco il testo del DGB tradotto da di Rodolfo Ricci (FIEI – Roma) e Giuseppe Bartolotta (Köln).

La disoccupazione è in aumento, la povertà si sta diffondendo. Da crisi finanziaria è diventata crisi sociale. Per salvare le banche, gli Stati hanno aumentato drasticamente il loro debitoe adesso sono gli Stati ad essere sotto pressione. Non era colpa dei lavoratori dipendenti se gli speculatori hanno gettato l’economia globale nell’abisso. Salario minimo, contrattazione collettiva, sicurezza sociale, conquiste ottenute con dure lotte, vengono gettate a mare in tutti i paesi in crisi.

Chiediamo massicci investimenti per la crescita e per l’occupazione di qualità. L’Europa non può essere messa fuori gioco dal Fiscal Pakt e dal Pareggio di Bilancio. Le vittime del Patto Fiscale sono i dipendenti e le persone socialmente svantaggiate, oggi nel sud Europa e domani da noi.
In Germania, iniziano a crescere il lavoro interinale, il lavoro temporaneo e l’occupazione saltuaria e precaria. Il modello tedesco porta al dumping salariale e al calo della domanda interna. Se applichiamo questo modello al resto dell’ Europa, ciò danneggerà anche la nostra economia orientata alle esportazioni.

Non può andare bene per la Germania, se va male per il resto dell’Europa.

Abbiamo bisogno di eguali retribuzioni a parità di lavoro e dell’introduzione del salario minimo affinché non sia più possibile che milioni di persone, pur lavorando, si trovino in condizioni di povertà. I sindacati si stanno battendo nei negoziati salariali perché i lavoratori ricevano una giusta ed equa retribuzione. Questo aiuta anche contro la minaccia di povertà in età avanzata.
La povertà in età avanzata è una delle maggiori sfide per questa e per la prossima generazione. Dobbiamo agire oggi al fine di disinnescare e prevenire questa bomba a orologeria che è la povertà di massa nella terza età.

L’Europa deve cambiare rotta!

Chiediamo al governo federale e ai datori di lavoro:
1) Il blocco del Patto Fiscale e il Pareggio di Bilancio.
2) Un Piano Marshall europeo per la crescita e per l’occupazione.
3) Un’efficace lotta alla disoccupazione giovanile in Europa.
4) Un nuovo e giusto ordine nel mercato del lavoro.
5) Un salario minimo non inferiore a 8,50 € all’ora, parità di retribuzione per pari lavoro nei contratti a tempo determinato e porre fine alla frammentazione dei contratti di lavoro.
6) Per una maggiore sicurezza nella terza età: nessuna riduzione alla contribuzione pensionistica, perché ciò significherà tagli alle pensioni di domani.

 

 

Scritto da

Redazione LPP

- Redazione de La Prima Pietra