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26 Nov 2013

Il NSE a sostegno di Cuperlo

Con altri compagni del Network per il Socialismo Europeo, ho contribuito a stilare il documento del NSE a sostegno della candidatura di Gianni Cuperlo.
Con questa nota aggiuntiva cerco di spiegare perché ritengo sia giusto sostenere Gianni Cuperlo anche per i compagni non iscritti al PD
“Ho aderito al PD ma non faccio nessuno sconto sulla natura di questo partito, sul fallimento di un progetto illusorio che è stato il primo responsabile della crisi della sinistra. Una crisi devastante iniziata prima del 2007 ma che da quella data ha subito una decisiva accelerazione.
Ma è cambiata una cosa nel PD, soprattutto nel corso dell’ultimo anno.
Una cosa fondamentale.
Il partito che tutti ritenevano non scalabile, fondato su un accordo di potere, fermo nella composizione dei gruppi dirigenti sopravvissuti ai cambi di denominazione, è diventato vittima della crisi che aveva determinato. Un partito senza anima e senza progetto alla mercé di un giovanotto di discutibile bella presenza, dalla parlantina sciolta, televisivamente vincente. Individuato come vincente senza sapere perché e per vincere cosa. Soprattutto a quale prezzo.
Un prezzo che, in ogni caso, iniziamo già ad individuare se gli obiettivi da distruggere, con i partiti, sono i sindacati, i diritti dei lavoratori, il diritto al lavoro ed alla sicurezza sociale.
La novità vera è che è emerso, negli ultimi tempi, tra gli iscritti ed i militanti, un sentimento sempre più diffuso di ribellione alla deriva leaderistica e senza contenuti, fatta di slogan e sondaggi quotidiani, in grado di cavalcare senza problemi la bestia dell’antipolitica che vede nei partiti il male assoluto, fino a prometterne – in pratica – la distruzione.
Questa ribellione prescinde dal sostegno che una parte, non trascurabile, del vecchio gruppo dirigente del PD sta offrendo a Cuperlo perché nella candidatura di Gianni Cuperlo ha trovato il modo di esprimersi, di trovare una strada alternativa, una via di fuga rispetto alla definitiva trasformazione del partito in comitato elettorale permanente alle dipendenze, al servizio, del leader.
E’ quindi divenuto un sentimento diffuso – che Cuperlo sta dimostrando di saper interpretare al meglio – il desiderio di un partito identitario, del partito che curi la memoria di sé, del patrimonio di lotte e conquiste della intera sinistra storica, del partito che sa quali siano gli interessi da difendere, quale la coalizione sociale da costruire e rappresentare, consapevole che il conflitto sociale non è un mostro del passato ma il terreno dove si misurano, ancora, i rapporti di forze tra capitale e lavoro e le possibilità di arrivare ai compromessi che da questi dipendono.
Se la battaglia congressuale che si concluderà con le primarie dell’8 dicembre, non fosse decisiva per le sorti della sinistra, “nulla quaestio”. Il compagno non iscritto, elettore di sinistra, è giusto che possa guardare ad essa con distacco. E che l’indifferente, l’infastidito ed il distaccato continuino ad esser tali. Finanche che l’iscritto o il “quadro intermedio” (come si diceva una volta) possano fregarsene delle primarie, di fronte ad un risultato già scritto.
Ma così non è e non sarà. Che sia credibile o meno, nulla sarà più come prima.
Non abbiamo di fronte solo una lotta tra due personalità (la personalità del terzo, in effetti, non riesco a trovarla) ma tra due concezioni del tutto differenti sia del partito e della sua identità sia della società e delle sue dinamiche, del partito “nella” società e nelle istituzioni. Concezioni differenti degli interlocutori e dei riferimenti sociali; idee diverse sulle cause della crisi economica e sugli strumenti da individuare ed utilizzare per combatterla ed uscirne
Se è vero che la sinistra non può prescindere dal PD e che il suo futuro è intimamente legato a quello del PD, c’è da chiedersi se valga la pena assistere alla definitiva affermazione del progetto del lingotto, addirittura oltre le previsioni del suo ispiratore, oppure lottare, dare ognuno un contributo per “inchiodare” il PD alle ragioni della sinistra. Di una sinistra che sia finalmente europea, di ispirazione socialdemocratica e laburista, aperta, plurale, di popolo.
Ci sono compagni che guardano al congresso del PD con superiorità, con indifferenza, quasi con malcelato fastidio, come se le sorti di quello che è, ancora e fino a prova contraria e di gran lunga, il maggior partito della sinistra, possano non riguardarli. Ovviamente li rispetto. E so che tutti loro sanno che in ogni caso la sinistra dovrà essere ricostruita ma devono anche sapere che un conto sarà trovarsi di fronte un deserto ed un altro partire – almeno – da qualche oasi.”

 

Scritto da

Marco Lang

- Laureato, specializzazione in diritto ed economia delle C.E.. Funzionario di un ente pubblico. Socialista dall'età della ragione (arrivata, normalmente, intorno ai 20 anni). Ama la politica come necessità sociale, odia i politicismi e gli arabeschi. Adora il rock in tutte le sue sfumature e non capisce la lirica Socialista fino alle ossa, romanista fino al midollo. Fiero di essere figlio di un gappista