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23 Apr 2013

Il sonno della sinistra genera mostri

Si grida al golpe, si chiede alla gente di scendere in piazza. Ci sono i carri armati? L’esercito ha preso il potere? No, il parlamento ha appena eletto il Presidente della repubblica. Sembra una barzelletta, ma non lo è. Che quanto accaduto per eleggere il capo dello Stato sia la conferma della pochezza del quadro politico, è chiaro come il sole, ma che si gridi al “golpe” è surreale ed irresponsabile tenuto conto del clima sociale esplosivo aggravato dalla crisi economica.

Ancora più surreale è il fatto che chi protesta si proclama “partigiano contro la dittatura dei partiti “, dimostrando un’ ignoranza imbarazzante non degna di una democratica protesta. Quando si sono fatti gli scioperi generali, quando si andava in piazza per storiche battaglie di diritti, la coscienza politica dei promotori aveva ben chiaro cosa fosse lo Stato, cosa dicesse la Costituzione, cosa significasse stare nel perimetro della democrazia. Ma le proteste di questi giorni per la democratica elezione di Napolitano, non hanno a che fare con quelle proteste, ma con la modalità dei professionisti dell’indignazione, i puri più puri.

Non sanno o non vogliono sapere che la costituzione delinea chiaramente il profilo del Presidente della Repubblica il quale ” rappresenta l’unità nazionale” (art.87); che i partiti sono parte della democrazia, senza di essi significa essere nella dittatura; che la democrazia è mediazione, non la continua presa di posizione rispetto alla quale, chi non è d’accordo, è un bandito mafioso criminale; che se un parlamento a maggioranza fa una scelta non gradita alla minoranza, non significa che la minoranza è pura e la maggioranza malata.

La sinistra insomma scopre che il modus operandi utilizzato in questi vent’anni per sopperire alla pochezza di analisi e proposte, ovvero la demolizione, la demonizzazione e l’isolamento di chi pone alternativa di pensiero a quello della massa, gli si è rivoltato contro. Il Pd, che pone le sue basi su scelte identitarie mai fatte costituendo l’unica anomalia europea, sulla assenza di revisioni pacificatrici delle culture politiche tradizionali, su visioni deboli e spesso inattuali circa il governo della globalità, su una ritirata dai territori a vantaggio delle burocrazie, non regge se non spiega una volta per tutte chi è, chi vuole rappresentare, cosa vuole e come vuole ottenerlo.
Una sinistra che non sa leggere la nuova questione sociale e non sa ripartire dal lavoro, in tutte le sue attuali espressioni, non potrà mai rinnovarsi. L’inadeguatezza nel rinnovare la visione politica di una sinistra moderna non può essere colmata da giornalisti di parte, magistrati in cerca di notorietà, attori e cantanti posti come feticci identitari, pronti a voltare le spalle in favore di chiunque altro dia loro la scena come paladini della morale e della verità, sinonimo solo di alti e corposi compensi.

Serve un cambiamento vero, basato su contenuti e competenze, non sull’ anno di nascita: è sotto gli occhi di tutti quanto piuttosto che un patto generazionale assistiamo alla vergogna delle coltellate di Bruto a Cesare tra burocrazie varie. Se si capisse quanto siano indispensabili esempi credibili per fare scelte impopolari; che sempre più persone seguono la demagogia perché non si fidano di un apparato politico sbugiardato da incoerenza e inconsistenza; se si avesse il coraggio di abbandonare i vari intellettualoidi dal portafogli pieno, la morale biforcuta come la lingua e le mani lontane dal lavoro, magari i professionisti duri e puri dell’indignazione diminuirebbero.

Per dare sostanza e stabilità al cambiamento la sinistra deve svegliarsi: c’è bisogno di ricostruire una casa comune aperta a chi la ama e non a chi la usa; di ricomporre una visone politica che faccia sognare le persone premiandone i meriti e ascoltandone i bisogni; di rigenerare un tessuto sociale creando spazi di partecipazione uniti ad una formazione politica che immunizzi dal qualunquismo e dall’ignoranza.

Non fare i conti con queste scelte per il timore di spaccarsi, non dare un orizzonte chiaro ad una sinistra moderna collocata nel socialismo europeo, significa essere alla mercè di vuoti nuovismi, di nemici della democrazia spacciati per credibili alternative, di antagonismi ideologici allergici a qualunque tentativo di nuova lettura dei principi fondamentali di libertà uguaglianza e giustizia sociale.
Diceva Pietro Nenni: “c’è sempre un puro, più puro che ti epura “; stia attenta la sinistra italiana a non essere epurata definitivamente dalle sue scelte mancate, lasciando alla destra la vittoria e l’Italia alla rovina.

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Scritto da

Michele Petriccione

- Segretario Regionale SLC Cgil della Campania, sindacato della comunicazione. Mi occupo di comuncazione politica e social marketing. Sono tra i fondatori de La Prima Pietra per costruire un socialismo libero e democratico, per "non viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza ".

  • Salvatore Prisco

    Un articolo letto per caso e che condivido. Occorre un disarmo ideologico generalizzato, nel sistema politico e ioltre nel PD, a mio parere, un chiarimento radicale: il progetto è nato male dall’origine, le cultue politiche che lo compongono non si sono mai fuse. Meglio una separazione consensuale tra liberal socialisti e catto-comunisti (oggi entrambi i casi disseminati fuori del PD , oltreché dentro) e nostalgici di bandiere rosse

  • Ugombutu

    Da un colpo al cerchio è uno alla botte e l’oggetto non cambia, nemmeno il suo contenuto. Non si tratta di blandire uno e bacchettare l’altro, oggi più che mai è il tempo di ragionare sullo stato delle cose. Possiamo semplificare le definizioni? Sinistra progresso, cambiamento: destra conservazione, difesa. Se così fosse Granpasso potrebbe avere ragione: non superiorità culturale ma certamente diversa sensibilità culturale.
    Quanto la sinistra sia poco se stessa è sotto gli occhi di tutti: o identitaria o fellona nel mantenere le promesse di cambiamento e di progresso (vale anche per l’ala sinistrorsa del grillismo). Sulla destra poi è meglio stendere un velo pietoso: sguaiata, corrotta, immorale al limite della legalità (mai definizione fu più azzeccata di quella dell’Annunziata).
    A questo popolo manca la cultura calvinista-luterana e in quanto cattolica è sempre pronta ad autoassolversi.

  • http://www.facebook.com/michele.petriccione.7 Michele Petriccione

    Egregio Fiorenzo, il finale non voleva intendere che se la destra vince l’italia è alla fame, ma che una sinistra senza visione ed anima contribuisce alla distruzione del sistema paese. Per una democrazia servono entrambe una destra ed una sinistra divise su visioni tematiche, non su guerra civile nè arroccate per la difesa dei guai giudiziari di un singolo. Se ti sei sentito offeso, mi scuso ma spero di aver chiarito cosa intendessi.

  • Carlo Recchia

    mi sembre riduttivo dover ancora e ancora e ancora sentir parlare di destra e sinistra, in uno scenario politico devastato come quello italiano. Ancora oggi, a quasi 70 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, le generazioni che costituiscono di fatto la maggioranza della classe politica italiana continuano a parlare di fantasmi del passato. Solo pochi di loro erano nati, quando il Fascismo era in piedi. E’ giusto ricordare il passato, ma oggi esistono problemi concreti, assolutamente prioritari rispetto alle divergenze politiche che ci trasciniamo addosso da decenni. Se gli italiani non sanno capirlo, e non sanno anteporre le priorita’ della ricostituzione di uno stato di diritto, di una rinascita economica, della rinegoziazione del debito pubblico, del recupero di una politica sociale vera, allora non ci sono speranze. Mi rammarica vedere che si ritenga che il “sonno della sinistra” generi mostri. I mostri sono di tutti. Sono degli italiani, e “la sinistra” non rappresenta la totalita’ del popolo italiano. Ma finche’ continuiamo a giocare a Risiko con i carri rossi e neri per capire chi copre piu’ territorio, e non ci preoccupiamo di essere coesi e fattivi per risollevare le sorti di una nazione allo sbando, rimarremo sempre impantanati esattamente dove siamo adesso.

  • Teresa potenza

    Si, il coraggio di fare scelte, di agire, non avrebbe fatto arretrare la sinistra. Purtroppo in questo momento il quadro e’ poco chiaro e gli scenari futuri rispetto ad aggregazioni politiche possono essere tanti. Penso che avremo ancora un po’ di amare sorprese.

  • http://www.facebook.com/fiorenzo.granpasso Fiorenzo Granpasso

    molto bello… peccato per il sillogismo finale, vittoria della destra italia in rovina, che rende vane tutte le belle parole che precedono . Si critica Grillo per gli atteggiamenti del suo movimento, e poi lo stesso atteggiamento viene manifestato nei confronti della destra in virtù di una pretesa superiorità culturale inesistente. Mi sa che Nenni aveva ragione soprattutto guardando a sinistra