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5 Feb 2014

Imu-Bankitalia e la tagliola

Durante la giornata del 29 gennaio, più nota come giornata della “tagliola”, il Parlamento ha convertito in legge un decreto che riguardava temi diversi: i principali erano la rivalutazione delle quote della Banca d’Italia e l’abolizione della seconda rata dell’IMU.

Su tale decreto si sono sentite diverse interpretazioni, alcuni ritengono che in tal modo si siano regalati soldi alle banche private, altri sostengono che in tal modo la Banca D’Italia possa essere comprata da società straniere.

Vediamo con maggiore precisione come funzionava la Banca d’Italia sino a 29 gennaio.

Il capitale nominale della Banca d’Italia era di 156 mila euro pari a 300 milioni delle vecchie lire che furono versati nel 1936 dagli istituti di credito italiani, all’epoca istituti pubblici, oggi, invece,  gli stessi sono banche private italiane e una sessantina di loro, insieme a qualche assicurazione e a INAIL e INPS, sono formalmente i proprietari della banca.

La Banca d’Italia è un istituto di diritto pubblico, in cui le banche private non hanno alcun controllo di gestione, che rimane interamente al Tesoro e al Parlamento, inoltre non possono neppure vendere le proprie quote, ma possono solo avere qualche carica di controllo in organismi di vigilanza (es. Consiglio Superiore).

La Banca d’Italia ogni anno genera dei guadagni, che in parte gira al Ministero del Tesoro e in parte accantona nelle riserve. Una delle principali fonti di guadagno è il “signoraggio”, che è il  reddito derivante dall’attività di stampare moneta. Esistono diverse definizioni di signoraggio:

  1. Il signoraggio ottenuto dal governo può essere misurato dal potere d’acquisto della nuova base monetaria messa in circolazione dal governo. La formula matematica è pertanto:

σ= Ṁ/P

dove Ṁ=dM/M è la creazione di nuova base monetaria in tempo continuo (M rappresenta la base monetaria e quindi l’equazione precedente è la sua derivata o variazione temporale), è l’ammontare totale di base monetaria e P è l’indice generale dei prezzi.

La formula considera che il governo acquista risorse reali (i beni e servizi che compongono la spesa pubblica) con risorse nulle (il valore economico della carta-moneta). Questo tipo di signoraggio viene anche chiamato signoraggio monetario.

  1. Se il signoraggio viene interpretato come costo opportunità, una formula che stima il signoraggio ottenuto dalle banche centrali è invece:

σ= iM/P

dove i rappresenta il tasso d’interesse.

Mediamente i trasferimenti di Bankitalia al Tesoro nel periodo 2001-2011 (proventi da signoraggio,etc) è stata di 370 milioni di euro l’anno, mentre cifre ancora superiori sono state accantonate. L’euro non ha modificato molto queste quantità, anche se c’è stata una riduzione. Quindi le circa sessanta banche che possiede la Banca d’Italia suddivide qualche  decine di migliaia di euro in base al capitale che detengono. A ciò si aggiunge un’altra quota, sino ad un massimo del 4%, che va calcolato sul totale delle riserve che  fa arrivare i trasferimenti dalla Banca d’Italia alle banche private che si aggirano a circa 67 milioni l’anno, di fronte però a un utile netto della banca centrale di 1,1 miliardi di euro.

Durante la famosa seduta della “tagliola” si è deciso di rivalutare le quote della Banca d’Italia, passando da 156 mila euro a 7,5 miliardi di euro. Questa cifra non dovrà essere versate alle banche ma queste potranno scrivere a bilancio, ciascuna secondo la propria quota, il che comporta un guadagno dal punto di vista patrimoniale.

Tale operazione è solo contabile, senza trasferimenti di liquidità o di altre attività alle banche, ma queste ultime dovranno pagare tasse sulle cosiddette plusvalenze di questa operazione. Lo Stato ne riceverà quindi un gettito fiscale una tantum di oltre un miliardo di euro: e questi soldi serviranno a pagare parte della seconda rata IMU.

Il decreto non ha solo modificato il capitale nominale della Banca D’Italia ma è intervenuta su altri due aspetti:

  1. le quote diventano trasferibili, cioè teoricamente comprabili e vendibili in base al valore stabilito dal mercato.
  2. viene fissato un limite del 3 per cento per la partecipazione al capitale. Le banche o le assicurazioni che hanno più del tre per cento dovranno vendere la parte eccedente

In relazione al punto a) si potrebbe pensare , come sostenuto da alcuni, che in tal modo si dia la possibilità di dare la proprietà della Banca d’Italia a enti stranieri, questo è tutt’sltro che vero poiche il decreto stabilisce la  necessità per i proprietari della banca di avere “sede legale e amministrazione centrale in Italia”.

Per ciò che attiene al punto b) il decreto stabilisce un periodo di tre anni in cui le quote potranno essere ricomprate dalla Banca d’Italia. Quanto care non si sa, perché la cifra dipenderà dai dividendi che la Banca d’Italia deciderà di pagare: in questa eventualità, che rimane un’eventualità, ci sarebbe un effettivo trasferimento di denaro dalla Banca d’Italia ai proprietari delle quote.

Quindi le ragioni che hanno spinto all’approvazione del decreto sono legate a migliorare i bilanci delle banche italiane e a ricevere subito i soldi per abolire la seconda rata dell’IMU, senza tenere troppo in conto i problemi che potrebbero venire in futuro dall’operazione, per esempio per quanto riguarda i dividendi (a valle della ricapitalizzazione, il massimo valore che la Banca D’Italia pagherà in dividendi è 450 milioni di euro l’anno) .

Possiamo concludere che tale provvedimento pur non generando esborsi effettivi ha generato un potenziale aumento dei dividendi a fronte di un guadagno tramite tassazione dovuto alle plusvalenze che ha permesso di eliminare la quota IMU 2013.

Si continua a fare giochi contabili senza mai intervenire in modo strutturale sulla spesa e/o sugli introiti delle finanze statali, un continuum con la finanza creativa.

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Scritto da

Luigi Cristiani

- Economista e appassionato di tutta la letteratura economica da Smith a Marx, da Keynes a von Hayek, da Modigliani a Friedman. Amo i fumetti della Marvel (Spider-Man, The Avengers, Fantastic Four, X-Men), lo squash, il tennis e il basket. Patito per il Napoli