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Quando vedi le cose da un’altra prospettiva

Ogni tanto, uscire dagli schemi e mettersi ad osservare le cose dall’esterno, è fondamentale per capire realmente come stanno andando. E’ quello che mi è successo a Bruxelles, insieme ad un gruppo di ragazzi, durante un incontro non ufficiale tra attivisti del PD e del PSE.

La cosa bella è stata ritrovarsi in una stanza a parlare di politica, con persone provenienti da tutta Europa; e soprattutto vedere che in realtà, nel resto del mondo, essere giovani non è una cosa brutta, come invece sembra essere qui da noi, ma è avere una marcia in più. La cosa brutta è stata capire quanto, in Italia, siamo rimasti indietro su tutto quello che riguarda le politiche comunitarie e la visione più ampia di futuro collettivo; e come questo nostro porci al resto dell’Europa e del mondo ci fa apparire agli occhi di chi ci guarda dall’esterno.

In questo momento, in tutta Europa, ci sono persone che lavorano per far si che un giorno, ognuno di noi si possa sentire prima di tutto cittadino europeo; e lo stanno facendo concretamente, preparando la campagna elettorale per le elezioni Europee che si terranno a maggio del 2014.

 In Italia, come credo da tante altre parti, la gente fa ancora fatica a capire che cosa possa significare, veramente, Europa Unita; ma la differenza tra l’Italia e il resto dell’unione, è che qui ci sono ancora pochissime persone che cercano di spiegare questo concetto.

Generalmente chi parla dell’Europa, lo fa come se fosse un’entità aliena, un qualcosa di brutto e cattivo che piomba nelle nostre vite ogni tanto, per rubarci denaro, energie e “sovranità”. Sicuramente l’Europa degli ultimi anni non è andata nella direzione che, quelli che credono in una società socialista e progressista, avrebbero voluto. Sicuramente il comportamento di alcuni membri della Comunità non è stato in linea con i principi di solidarietà, aiuto reciproco e pace che sono alla base dell’Unione Europea; ma è proprio da qui che dovremmo partire per spiegare alla gente che l’Europa che vogliamo noi, è un’Europa diversa. Un’Europa che guarda ad un futuro collettivo e che non lascia nessuno da solo, soprattutto nei momenti di bisogno. E’ l’Europa che potremmo avere se alle prossime elezioni Europee voteremo quei partiti che si riconoscono all’interno del PSE.

Ecco perché sono fondamentali incontri con altre realtà; per capire che le cose sono un po’ più grandi di quello che sembrano, e che tutti insieme possiamo fare tanto.

Però dobbiamo iniziare a lavorarci da subito, come ci hanno spiegato i ragazzi del PSE con i quali abbiamo parlato. Ci sono tante piccole cose che tutti noi possiamo già fare per cercare di arrivare alle prossime Europee, pronti e determinati. La strada in parte già è tracciata, e ci sono molti appuntamenti importanti che non dobbiamo assolutamente mancare, primo fra tutti il congresso del PSE.

 E’ giunto il momento che anche in Italia si decida da che parte stare. Non è possibile non aver capito, ancora, quanto è importante partecipare in maniera attiva alla vita politica europea.

Parlo da iscritto al PD: è arrivato il momento di capire se veramente vogliamo dichiararci una forza di sinistra, progressista e socialista, come io spero, o continuare a guardare mentre il mondo va avanti.

Gli altri partiti europei ci stanno chiedendo una mano per costruire insieme il futuro; questo compito spetta soprattutto a noi giovani. Se ci siamo arresi a schemi vecchi e che non ci appartengono, solo perché la nostra cultura non è riuscita ad andare oltre, è ora di scrollarsi questo peso dalle spalle e iniziare a lavorare per qualcosa di veramente nostro. Quindi rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare.

Scritto da

Federico Rondoni

- Attivista politico. Lavoro ostinatamente per costruire l'Europa Unita