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A Napoli nasce il partito dei Beni Comuni

Dopo gli annunci dei mesi scorsi, seguiti da lunghi periodi di silenzio, il movimento politico di de Magistris sembra essere definitivamente partito con destinazione le prossime elezioni amministrative in programma in primavera. Il vero obbiettivo è in realtà molto più ambizioso come spiega lo stesso sindaco: “Il 2013 è un’occasione che non possiamo perdere. Dobbiamo farci trovare pronti per il governo del paese”. Finisce così, con una sfida elettorale lanciata al governo Monti e, soprattutto, una sfida politica lanciata ai partiti del centro sinistra, il forum sui beni Comuni. Organizzato a Napoli dal sindaco e dalla sua Giunta, ha visto la partecipazione di più di 1500 persone, di cui circa mille appartenenti alle varie associazioni politiche e ai partiti della città e cinquecento provenienti dal resto d’Italia, che si sono confrontate, attraverso specifici workshop,  su quattro macrotematiche: economia territoriale, beni e servizi pubblici, politiche del welfare e del lavoro e infine ambienti e modelli urbani.
Almeno nelle intenzioni iniziali, il forum avrebbe dovuto caratterizzarsi per essere un evento del tutto nuovo, lontano dalle pratiche della vecchia politica intesa come leaderismo e semplice tattica elettorale. Un’occasione per sperimentare forme nuove di democrazia partecipativa e per favorire il confronto tra i cittadini e gli amministratori locali. Purtroppo  però, alla fine, proprio i temi delle alleanze e dei futuri scenari nazionali si sono rivelati preponderanti rispetto  ai  documenti elaborati nei vari workshop e presentati dagli assessori comunali che ne avevano diretto i lavori. Forse perché le conclusioni finali sono state affidate a Luigi de Magistris, a Michele Emiliano sindaco di Bari , al sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, al governatore della Puglia e leader di Sel, Nichi Vendola, e ad esponenti della Fiom. Praticamente quasi gli stessi relatori, ad eccezione di Pisapia e  Zingaretti, che pur invitati hanno dato forfait, che erano stati chiamati a confrontarsi nell’assemblea nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà  tenutasi a Roma appena una settimana prima. In un certo senso il forum dei Beni Comuni è stato un po’ come il secondo tempo dell’iniziativa precedente. Se infatti dal palco romano era stata lanciata una più o meno velata  sfida al Pd, a Napoli, su questo tema, de Magistris è stato molto chiaro quando ha affermato “bisogna andare oltre il linguaggio stereotipato che schematizza sinistra, centro e destra. Non si può fare un’operazione matematica, Pd più SeL più Idv” e poi ha aggiunto “in questo momento io mi interrogo su quello che vuole il popolo, poi se i partiti avranno la capacità di interpretarlo e vogliono tornare ad essere il centro della trasformazione del paese e della società, bene. Altrimenti la maggioranza del paese è già oltre i partiti.”.
Alle fine della giornata la sensazione che si respira tra i tanti partecipanti è quella di aver assistito ad una nuova tappa del lento e laborioso processo di alleanze in vista del post Monti. Una sorta di Vasto 2, con de Magistris al posto di Bersani e con un richiamo ai beni comuni come collante. Ovviamente è ancora molto presto per poter capire se questa nuova alleanza sarà in grado di reggere o si scioglierà presto. Un primo segnale concreto potrebbe venire già nei prossimi mesi quando, con ogni probabilità, ci sarà un sostanzioso rimpasto di Giunta con l’ingresso dei ritrovati alleati di Sel. Per ora i diretti interessati smentiscono, tuttavia, sia in ambienti di Palazzo San Giacomo che in quelli politici, è dato per certo l’ingresso se non di esponenti di primo piano, almeno di qualche tecnico d’area vicino al partito di Vendola. Un’altra grande incognita è rappresentata dalle future scelte dello stesso de Magistris. Per ora il diretto interessato assicura di non aspirare ad altre cariche, ma in un anno possono succedere tante cose e, soprattutto, la voglia di un ruolo di primo piano nella politica nazionale può farsi davvero molto forte. E in quel caso chi guiderà la rivoluzione arancione dei beni comuni a Napoli?

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