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1 Ago 2013

Il Cavaliere, la condanna e l’uscita dagli anni ’90

“Tanta nostalgia degli anni novanta” era una bella canzone degli articolo 31 che incarna effettivamente il pensiero medio degli Italiani, ovvero quello che riporta alla mente l’ultimo periodo sereno della vita comune. Prima dell’Euro, subito dopo Tangentopoli, dopo la caduta del Muro, le “meravigliose sorti e progressive” dell’italico medio erano tutte puntate sul rinnovamento delle classi dirigenti e sul miglioramento della vita. La fine della DC e del PSI, che avevano di fatto governato fino ad allora, la fine del Comunismo, lo scioglimento del più grande partito comunista d’Europa e la sua transizione nel socialismo democratico, il rinnovamento della parte conservatrice con la discesa in campo di Berlusconi. Ecco, in soldoni, l’Italia è ferma li.  O meglio, l’elaborazione politica in Italia è ferma li. Berlusconi, fino ad oggi, è ancora “il futuro” dell’ala conservatrice, che spera che venga assolto per poter continuare a governare il paese. La transizione al socialismo europeo del PCI è stata sospesa per incapacità manifesta dei dirigenti post-Occhettiani a costruire un’identità socialista vera e non sostenuta dal mantra della diversità antropologica degli ex PCI, e la “soluzione” trovata per questo problema sostanzialmente è un salto oltre il fosso, passando ormai stabilmente, anche se con molto disagio morale e politico del corpaccione del partito, nel campo conservatore, “fondando”(meglio dire “aggregando” attorno all’ipotesi di governo, qualunque esso sia) il Partito Democratico, perché “bisogna battere Berlusconi”. Capirete che, oggi, può essere un giorno fondamentale per l’Italia, ammesso che il PD non salvi Silvio al Senato. Cosa che non si può permettere, sia chiaro, pena l’implosione diretta. Può essere il giorno che mette in discussione l’esistenza del campo conservatore come noi lo conosciamo. Può essere il giorno che mette in discussione l’esistenza del PD, che è ricetta per il contendere il governo a quel campo, ricetta che non avrebbe più ragione di esistere. Può essere il giorno che rimette in discussione un’elaborazione del campo progressista, che coinvolga ciò che non è PD ma è abbastanza maturo da comprendere che il Muro di Belino è caduto davvero, ed il pezzo “a disagio” del PD stesso. Può essere il giorno che innesca un percorso che possa mettere in discussione la realtà protestataria, sia essa  veterocomunista che qualunquista. E’ quindi fondamentale il ruolo di SEL in entrambi gli scenari: affrettare il congresso e dare una casa politica certa, organizzata e costruita con i mattone dell’europa è il modo più rapido per essere al centro della ricostruzione della sinistra socialista in Italia. Tutti i segnali dati dalla dirigenza di Sinistra Ecologia Libertà, vanno in questa direzione ed è su questo che bisogna investire massicciamente ed in fretta, a partire dall’esito della sentenza di stasera. Molti diranno che Berlusconi dovrebbe essere sconfitto politicamente e non giudiziariamente. Che certo sarebbe un’argomentazione valida, per una discussione accademica, se non fosse ripetuta solo e soltanto per il timore che cada il Governo Letta. Il punto reale, al di al delle discussioni accademiche in mala fede, è che se Berlusconi uscisse di scena l’Italia sarebbe libera di decidere il proprio futuro politico ed il processo di riassestamento del quadro politico Italiano, conseguente alla sua uscita di scena, potrebbe essere l’occasione, per la sinistra, di completare quel processo di transizione che può portarla nel Socialismo Europeo, con una proposta forte dal punto di vista politico, programmatico ed identitario. E non importa affatto, come e perché avviene questo evento esterno scatenante. Non importa affatto.

Scritto da

Mauro Morelli

- Napoletano, traduttore e copywriter con esperienze di osservazione del rispetto dei diritti umani, dirigente di SEL.