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Intervista all’on. Rino Formica: “La governabilità nella globalità”

La Prima Pietra si confronta con l’onorevole Rino Formica, più volte ministro ed esponete di spicco  del socialismo italiano. Un colloquio intervista sulla crisi del sistema politico italiano e sulla divaricazione tra politiche nazionali e politiche europee. Mentre il nostro paese vive uno stallo “per una volontà negativa di non superare gli argomenti e gli atteggiamenti avuti durante la campagna elettorale” le politiche economiche sono sempre più decise in Europa, tanto che lo stesso Mario Draghi le paragona ad un pilota automatico inserito. L’effetto combinato di questi due fattori rischia di far perdere di vista che “la questione democratica e la questione sociale sono imprescindibili e la programmazione sociale non può essere affidata ad una programmazione terza”. Per questo mai come in questo momento abbiamo bisogno di una “rinascita che ci consenta di essere una forza nazionale che sa contrattare la sovranità nella globalità”. Ma fare questo l’unica soluzione è  fare come nel 1946, quando  i tre grandi partiti di massa sono riusciti a “pacificare la nuova Italia da costruire con la vecchia Italia che aveva sbagliato.”

Scritto da

Altri blogger

- La rete è grande e piena di spunti di riflessione e analisi interessanti di autori indipendenti da La Prima Pietra. Ecco, Altri Blogger è proprio il nostro contributo alla diffusione dei loro articoli!

  • Pietro Bisoni

    La questione è che, il 1989 (crollo del sistema comunista) non è coinciso con un radicale declino dell’influenza comunista in Italia. Con Bersani, ed il partito democratico, si conclude nel peggiore dei modi la vita della sinistra comunista che si è inventata di tutto pur di non ammettere i propri errori, che di fatto ha paralizzato e paralizza la politica e la società con un gravissimo rischio per la collettività. La grande opera e l’eredità dei “Nostri Padri”, che dalla Fondazione del Partito Socialista Italiano, dal 1892, combatterono per i più deboli, dando una speranza di un futuro migliore. Dal “libertarismo” di Andrea Costa, che aveva raccolto le migliori tradizioni degli anachici italiani, ancora oggi seppure a distanza di oltre un secolo e in uno scenario nazionale, internazionale e mondiale totalmente diverso, diviene più attuale che mai per rilanciare un appello esattamente come nella frase letteralmente ricopiata dalla lettera articolo agli amici della Romagna e alla sua negata indipendenza regionale a cui appartengo, datata 27 luglio 1879: “Noi ci troviamo, parimenti, alla vigilia di un rinnovamento. Noi sentiamo tutti o quasi tutti che ciò che abbiamo fatto fino ad ora non basta più a soddisfare nè la nostra attività, né quel bisogno di movimento senza di cui un partito non esiste”. Io sono ben lungi dal rinnegare il passato. Le trasformazioni in atto nelle società contemporanee richiedono una sempre maggiore capacità e innovazione. La massiccia migrazione e la trasformazione delle nostre società, sempre più multi etniche e multi religiose; impongono da un lato di disinnescare i filoni retrivi, dall’altro convogliare verso un incisivo cambiamento progressista i filoni progressiti. Solo così salveremo noi stessi e il ruolo essenziale dei partiti come coaugolo trasparente e responsabile della società.

  • mario gianfrate

    Conosco Formica da una quarantina d’anni e gli riconosco grande capacità di analisi; questa volta, però, condivido la posizione del sig. Besostri che ha colto la differenza tra il ’46 e i tempi attuali.

  • http://sinistrainparlamento.blogspot.it Patrizia

    Concordo sulla inefficacia e addirittura nocività delle attuale legge elettorale, non solo per le questioni che da anni andiamo dicendo, non ultimo il fatto che una legge maggioritaria è jattura, ma perchè -e se ne vedono bene ora i risultati- il porcellum assegna seggi rispetto ad una rappresentanza che non c’è nel Paese, con le conseguenzeche oggi sono sotto gli occhi di tutti.

  • Felice Besostri

    Ma a differenza del 1946 i tre partiti di massa, come voti e non come militanza, sono ora il PD, il PdL e M5S. Un mix di culture i meglio non culture politiche, tra cui manca quella socialista, così non si va va nessuna parte, perché si è già arrivati all’agonia della democrazia in Italia complice la legge elettorale: fors il suo rinvio alla Corte Costituzionale arriva tropo tardi. Non c’è un dibattito pubblico all’altezza della situazione e in questo contesto quello che decideranno a giorni la Prima Sezione della Cassazione ed il Tar Lazio corre il rischio di non invertire la tendenza

  • Dino Falconio

    Sempre lucido il vecchio leone socialista Rino Formica.
    Si sta chiudendo un’epoca.
    Il problema è che dovremo abituarci ad aprire e chiudere epoche con maggior frequenza…