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Del “porcellum” si butta via tutto?

porcellumDa oggi il Porcellum è incostituzionale. Così ha deciso la Consulta che ha dichiarato illegittimi  sia il premio di maggioranza senza soglia sia le liste bloccate ovvero le norme con cui sono stati eletti ben  tre Parlamenti.

Una sentenza che, senza entrare nel merito giuridico, chiude una fase politica, certifica definitivamente il fallimento della cosiddetta seconda Repubblica e ci fa sprofondare in una crisi forse più grave di quella del dopo Tangentopoli.
Se infatti nel 1992 ci fu una crisi di sistema politico con l’esautorarsi della legittimità della funzione  dei partiti storici, paradossalmente certificata proprio da un cambio di legge elettorale, ora nel 2013 assistiamo a qualcosa di inedito e potenzialmente devastante: una crisi di legittimità costituzionale.

Un corto circuito da cui nessuno sa come uscire. In un paese dove tutti sono abituati a discettare da esperti tuttologi e dove si ama anteporre l’interesse  personale a quello collettivo, il primo effetto sarà che ognuno tirerà l’acqua al proprio mulino, forzando la realtà a proprio uso e consumo.

Così Alfano interpreterà la sentenza come un assist al suo progetto politico, Berlusconi vedrà l’ennesima complotto dei” giudici comunisti”, i  democristiani stapperanno una bella bottiglia di champagne per festeggiare il ritorno al sistema proporzionale con le preferenze, Renzi spingerà per introdurre la sua amata legge dei sindaci, il governo Letta tirerà un sospiro di sollievo tirando a campare un altro po’ e i falchi di Forza Italia martelleranno ogni giorno i media dicendo che senza di loro non si può cambiare la legge elettorale e che il governo è finito.

E soprattutto gioirà la propaganda populista, con  Grillo e il Fatto Quotidiano che potranno gettare altra benzina sul fuoco urlando che il parlamento è illegittimo, che il Capo dello Stato è un usurpatore, che le istituzioni devono essere abbattute e  che bisogna tornare immediatamente al voto. Ovviamente nessuno di questi soggetti cercherà di trovare in tempi rapidi una soluzione, sicuramente non prima di aver  soppesato con attenzione i vantaggi in termini elettorali. Nel frattempo gli “italiani tifosi” continueranno a litigare, i social network verranno inondati di messaggi che inneggeranno alla rivoluzione, alla restaurazione e all’eliminazione del “nemico” o da fantasiose soluzioni “tecniche” per trovare una legge elettorale adatta.  Dopo essere stati un popolo di ct di calcio e medici, gli italiani si riscopriranno persino esperti giuristi mentre la nostra classe dirigente (politici, giornalisti, professori universitari ed esperti)  si cimenterà a lungo nel suo sport preferito: la rissa televisiva.

Insomma niente di nuovo sotto al sole. Come al solito gli italiani continueranno a litigare furiosamente mentre la barca, in una grottesca metafora del Titanic, andrà a sbattere contro l’iceberg. Nel frattempo, lentamente e tra fuoco e fiamme, si chiuderà la Seconda Repubblica nella maniera in cui è iniziata:  con la pochezza e con la mancanza di lungimiranza di un’Italia che ha preferito galleggiare piuttosto che affrontare i problemi.

 

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