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20 Mag 2013

Epifani per il midas nel Pd. Ci sarà il coraggio per la svolta laburista?

Ha ragione De Michelis ( l’ Inkiesta) quando afferma che un ex socialista alla guida del Pd non e’ il segno ancora di una vera svolta.
Ma da Guglielmo Epifani, gia’ leader della Cgil ( primo socialista a guidarla, dopo l ultimo ex Pci Cofferati) se il sangue non mente ci si puo legittimamente aspettare non solo l’assemblaggio di un partito a pezzi che nemmeno le fratture vecchia Dc spaccavano fino a questo punto ( peraltro la Dc era una federazione di partiti, piu’ che un partito di sole correnti).
Ci si puo aspettare, in vista di ottobre, la preparazione di un “midas” del Pd.
Generazionale? Assolutamento non e’ questo il punto. Non lo fu, nonostante la vulgata sul ricambio del 76 alla guida del partito socialista dopo la sconfitta alle elezioni del 76, neppure allora.
La generazione che ” prese il potere” con Craxi in minoranza alla segreteria, fu la generazione dei giovani ” piu vecchi”, i nenniani, la generzione dell’ autonomismo socialista, la generazione dei giovani del ’56, di quelli nati nel mito frontista e scossi dagli eventi del’l invasione sovietica dell Ungheria.
Fu quindi un cambio non di linea, soltanto, ma di identita e di prospettiva. Una rivoluzione copernicana.
Nel pieno della crisi che sta portando tutta l Europa nella recessione, chi prima ( il sud) e chi poi (Francia e in ultimo Germania) la Spd celebra alla fine di maggio l’ anniversario della sua fondazione e propone di oltrepassare l Internazionale socialista verso una Alleanza di progresso, una sorta di Internazionale democratica, che portrebbe anche il partito di Obama nella possibilita’ di entrare nell associazione da cui sarebbero espunle le scorie di regimi filo-comunisti e autoritari che hanno infestato l’ IS.
i socialisti tedeschi propongono quel che il Psi italiano e il socialismo latino proponeva negli anni 80.
Vedono cioè la necessità di una dimensione politica e organizzativa adeguata alle dimensione della crisi e alla dimensione degli interlocutori e delle controparti, oltre che alla dimensione giuridica e politica che supera il confine del singolo stato e del singolo partito. Al di la’ della stessa Europa, in una sorta di Atlantismo che coniughi nella democrazia socialismo e liberalismo, l una e l altra sponda.
La sinistra italiana e’ priva della storia adeguata per essere all altezza di questa prospettiva, per di piu’ mentre la finanza ha eliminato ogni barriera tra se è la politica annettendosi l’economia e il lavoro e con essi le società, qui vige ancora il dogma della divisione tra politico ed economico, tra partito e sindacato.
Ora, e’ senz’ altro evidente che si tratta di funzioni e ruoli distinti, non piu separabili. Non e’ questione di cinghia di trasmissione ma di riqualificare la rappresentnaza del movimento dei lavoratori e del ceto medio in alleanza col capitale produttivo. Il socialismo largo.
Una revisione interna al sindacato sulla rappresentanza e sulla contrattazione che riforma la struttura delle relazioni industriali, sarebbe talmente dirompente da essere un evento puramente politico, non economico. È poiché questo passaggio e’ urgentissimo, altrettanto lo è’ giungere alla consapevoleszza che il sindacato debba farsi parte costituente del partito politico.
Si tratta di una svolta laburista che porta con se’ innanzitutto il superamento delle tre confederazioni ( che costituirà la resistenza maggiore), la devolution sul territorio di ampi margini di contrattazione, il federalismo in luogo del contratto nazionale unico: l’ unita e’ data appunto dalla politica, non dai meccanismi normativi “universali”.
Eppoi la cogestione sul modello dei comitato di sorveglianza cui prende parte in modo paritario l IGMetal ( ad esempio) in Wolksvagen, affiancata simmetricamente da una ripresa del mutualismo e dell’ autogoverno del movimento dei lavoratori, anche qui in cogestione con le imprese: e’ il superamento cioè della cultura classista che cova ancora nel mito della Classe generale quale ” “civiltà’ differente”, ” moralità diversa”, “altra nazione”. Una separatezza da guerra civile permanente da sostituire con la propria specifica responsabilità verso una sola nazione, consapevoli POLITICAMENTE di essere componente senza la quale la stessa nazione non c’ e’ più.
Il sindacato deve entrare nel partito politico, come componente congressuale, come nel Labour party. la linea da Bissolati a Buozzi.
Solo così si avrà un Partito politico del Lavoro, che è’ il Midas del PD che ci aspetttiamo gia’ da ottobre. È che Napolitano auspicava alla Bolognina.
Non servono rese dei conti. Noi socialisti di Critica sociale siam interessati ad un grande dibattito di altissimo livello per l enorme influenza che avra sul futuro dell Italia.
Serve il Midas nel PD della generazione del dopo 93-94, del dopo Tangentopoli e Mani pulite. Come scrive Ezio Mauro, Rino Formica ed Emanule Macaluso. È un aspetto che vediamo implicito nella disponibilità di Napolitano alla sua riconferma per dare una convergenza di quadro politico utile a una ricostruzione dalle fondamenta della politica, delle relazioni istituzionali e degli aggiornamenti costituzionali. In una parola dello Stato.
i socialisti contribuirono in modo indispensabile alla costruzione della società italiana dopo l nota nazionale, e alla poi alla sua ricostruzione dopo il fascismo.
Epifani e’ stato del Psi, il Psi non c e’ più, ma il socialismo e’ una filosofia, una coscienza che va oltre il tesseramento.
Questo speriamo da Epifani, perché ( al netto dell’ opinione corretta di De Michelis, anzi proprio incontinuità con quanto afferma) buon sangue non dovrebbe mentire.

Post tratto da stecarluccio.com

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- Giornalista, nato a Milano durante la prima repubblica, vive nella canonica di una ex-chiesa sconsacrata, nel Borgo di Brera, con un teatro, due chiostri e con l'archivio della più vecchia rivista socialista europea che pubblica da 120 anni (nella foto, al lavoro). Il futuro, ovviamente, lo vede Avanti!