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Le diverse sfumature della coerenze e della dignità

Di Michele Petriccione
La coerenza in politica è spesso debole dinanzi all’ombra della sconfitta, così ci tocca vedere il Sarkò, fino a ieri lealista dell’asse franco tedesco nel nome della grande Europa, attaccarla proprio per catturare i voti di una destra che lo ama sempre di meno. Argomento? Il solito quando vuoi conquistare l’elettorato dei nazionalisti fanatici: gli invasori immigrati. Per Sarkò dunque l’Europa ha le porte troppo aperte al mondo. Cosa ciò abbia a che fare con la crisi, nessuno lo sa; sembra davvero un disperato ricorso alla demagogia nazionalista per contrastare il socialista Hollande. Sarkò però non ha capito che ciò che porta i francesi a mandarlo a casa, riguarda sì l’Europa ma non l’immigrazione: quel supino sottostare alla volontà tedesche in temi di rigore sui conti, tasse, banche e finanzieri che mettono al primo posto i bilanci e all’ultimo le persone. Insomma, il voto francese è un voto di protezione sociale dalla maglie della finanza e dei banchieri vampiri.
Questo accomuna tanto i socialisti quanto la destra, che è certo xenofoba, ma che della protezione sociale ne fa bandiera al punto che il probabile vincitore socialista se la dovrà vedere con una forte presenza della destra nel parlamento francese. La coerenza dunque è debole dinanzi alla sconfitta, in Italia non ha quasi più significato; come la dignità, pressoché estinta per i nostri leoni parlamentari. Vince Hollande? Sono tutti contenti, perché scopriamo che tifavano tutti per lui, destra compresa. Viene da chiedersi che fine ha fatto l’asse con l’amico di sempre Sarkò, ma poi si scopre che nessuno in fondo si è poi mai davvero entusiasmato per la politica filo tedesca, che rafforza il potere delle banche e della finanza. L’unico che in effetti ha sempre manifestato questo orientamento è Tremonti, che però da ministro poco ha inciso per orientare la politica economica italiana verso la difesa dall’aggressione della finanza.
Insomma, ci si chiede, Monti su che maggioranza si tiene? E a sinistra? Si gioisce perche “adesso finalmente esiste un’alternativa in Europa” dice Bersani. A che? Alla Merkel evidentemente. Entrambi gli schieramenti si scoprono paladini di una svolta della politica europea che sia più attenta al sociale e meno al rigore. E qui sta il bello o la tristezza: nessuno festeggia perché il movimento socialista europeo trova un bel segno di vitalità: il centrodestra ovviamente non può, anche se qualcuno da lì lo chiama “compagno”; il centrosinistra nemmeno perché “socialista” è una parola proibita in Italia dalla fatwa di Scalfari, della Bindi e cattolici bigotti simili, di liberisti travestiti da moralisti, e radical chic sinistroidi dal ripudio facile del colore rosso. Tanto proibita che il povero Vendola ha difficoltà nel fare outing non per la sua sessualità, ma per il suo debole verso  il socialismo italiano.

Entrambi gli schieramenti festeggiano perché sono stufi del rigore, dell’assillo del bilancio in pari, della macelleria sociale
: infatti, con falsità tipica delle dichiarazioni rilasciate e la vigliaccheria che li distingue ( fatta salva la pace di pochi peones per lo più leghisti) hanno approvato riforme delle pensioni, tasse  a tutto spiano, liberalizzazioni di tutto fuorché credito, finanza e alta burocrazia; si accingono a far guai anche su quel poco di lavoro che resta e, botto finale, hanno approvato il pareggio di bilancio in costituzione, consegnando i libri contabili italiani sotto il controllo banca centrale tedesca! Se la coerenza è rara, la vergogna non ha confini e la faccia tosta nemmeno. Meglio Borghezio, che da fascista qual’ è,  festeggia per la fascistissima bionda di ferro Marie LE Pen. Almeno nello schifo è coerente e non è nemmeno vigliacco, perché quello che pensa ( molto poco, la natura a volte sa essere perfida) quello dice.

 

La dimostrazione è che se per anni si è stati dominati da un buffone arrapato, un motivo ci doveva essere ed è sempre lo stesso: coerenza, dignità ed onestà, in ciò che si dice e nelle azioni che conseguono, sono parole sempre più lontane dalla società italica. Meglio il mentire, il parlare male dell’altro, lo spettegolare, preferire le alchimie politiche per assecondare il  “più potente” di turno. La politica non potrà essere diversa finché sarà espressione e vorrà rappresentare la parte della società italiane ben descritta da queste pessime caratteristiche. Se non si vuole che buffoni, mafiosi e mariuoli siano sempre la norma, bisogna riprendersi i partiti, difendere la rappresentanze e ridare orgoglio ad un parlamento che capipopolo pericolosi quanto chi vota Marie Le Pen, vorrebbero definitivamente chiuso.

Scritto da

Michele Petriccione

- Segretario Regionale SLC Cgil della Campania, sindacato della comunicazione. Mi occupo di comuncazione politica e social marketing. Sono tra i fondatori de La Prima Pietra per costruire un socialismo libero e democratico, per "non viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza ".