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L’ebook: Materiali politici di Rino Formica

di Emanuele Ceglie.

Questo libretto è una specie di contenitore di materiali politici. Un raccoglitore di idee, analisi, riflessioni, semplici appunti, annotazioni; il tutto utilizzato, grosso modo dal 2007 ad oggi, per partecipare a un evento specifico oppure per fissare una linea di ragionamento da sviluppare magari in seguito e in un giro più largo di discussioni.
Insomma, allo stesso tempo un memorandum di questioni e un tracciato per una storia e un’analisi politica della Sinistra e del Paese, una sorta di reagente chimico da immettere in un contesto di dibattito pubblico che da troppo tempo è inerte.

Nel libretto c’è un cuore e un cervello, un sentimento e una ratio, entrambi impiantati nella politica. Sto parlando di Rino Formica, una figura notoriamente atipica, rispetto all’idealtipo del politico di professione che lo vuole o tutta tattica o tutto strategia in un quadro, naturalmente, dove se messe in competizione la tattica prevale quasi sempre sulla strategia. E perché sia chiaro che non si vuole fare qui l’agiografia del personaggio, va detto che personalità di questo tipo si sono formate in “scuole” particolari e sono maturate dentro una particolarissima esperienza storico-politica collettiva, quella del socialismo
autonomista italiano, con l’accento posto sull’aggettivo “autonomista” e senza nulla
togliere al valore di altre scuole. Si sta parlando di quella particolare esperienza che ha dovuto confrontarsi e scontrasi con l’Ideologia italiana, scritta nella Carta costituzionale, l’ideologia dello “stare assieme”.

Quella Costituzione “ideologica” voluta soprattutto dalle componenti “organiche” delle due più grandi forze politiche dell’Italia del dopoguerra: la sinistra democristiana e il PCI disegnato da Togliatti.

Va da sé che l’Ideologia italiana poteva essere ricondotta nel solco della normalità
liberaldemocratica e delle sue regole dell’alternanza, solo a patto di usare buoni gruppi dirigenti nonché la tattica più la strategia in una combinazione positiva di ardimento tattico e di saggezza strategica. Ecco spiegate le ragioni della formazione di un gruppo dirigente di “eccellenza”, quello socialista ed ecco spiegate anche le “atipicità” prodotte da quella esperienza.

Quella storia finì come sappiamo nel 1993 e incominciò un’altra storia, una storia senza più il socialismo autonomista. Anzi una storia perfino contro la memoria di quel socialismo.

Lo sviluppo impetuoso degli avvenimenti di questo ultimo ventennio associato allo status di semplice osservatore (quasi come ufficiali della riserva!) hanno creato le condizioni giuste per una riflessione che, in questo libretto, si srotola in più direzioni ma che sempre ritorna al suo nucleo originario: spiegare le ragioni della “diversità” dell’esperienza democratica nazionale e la durezza dello scontro per una risposta “normale” che i socialisti hanno voluto offrire alla governabilità del Paese, non riuscendoci.

Un punto di osservazione certamente non neutro ma sicuramente disincantato e critico rispetto alle recriminazioni e alle pulsioni che ancora gravano sul campo di Agramante della Sinistra italiana.

Questo libretto è ispirato da Rino Formica ed è cresciuto in un rapporto pluridecennale di scambio culturale, nel senso del confronto tra due culture politiche con molti tratti convergenti ma non omologabili, non fosse altro che per ragioni anagrafiche.

La mia, maturata nella prima metà degli anni ’60 tra i giovani comunisti per i quali la “via italiana al socialismo” è stata comunque una via “rivoluzionaria”, quella di Formica negli anni “ruggenti” dell’antifascismo nelle fila, assai scomode per quei tempi, di un socialismo non “frontista” e che si incontrano all’angolo di strada della crisi del berlinguerismo (siamo agli inizi degli anni ’80) con le nuove prospettive aperte dal riformismo del nuovo PSI. Sullo sfondo c’era la Sinistra di governo, una sinistra che su quello sfondo oggi proietta una immagine di sé perdente se non informe. Se dunque l’ispirazione si deve a Formica, l’articolazione dei testi qui raccolti mi appartiene, come mi appartengono non poche dilatazioni concettuali e di giudizio, soprattutto alcune indulgenze per un moderatismo (il fenomeno del berlusconismo) che ha dato e sta dando pessima prova di sé ma che ha anche segnato un punto di frattura rispetto al moderatismo “consociativo” della Prima Repubblica, dal quale un altro personaggio assai distante dal “Cavaliere”, Bettino Craxi, tentò una difficile deviazione. Ebbene, di queste “forzature” sono pienamente responsabile, nella condivisione di un punto centrale di giudizio politico e di lettura storica delle vicende nazionali, vale a dire l’idea della forza passiva e conservatrice esercitata dalla Costituzione “organica” sulla forma della nostra democrazia e sulla tormentata evoluzione del nostro sistema istituzionale verso un modello di governance adeguato al tempo della globalizzazione.

presentazione._la_questione_socialistaC’è una idea, in breve, che accomuna: la Sinistra di governo del nuovo millennio o riparte da qui, da questa “larghezza” di visione o sarà un’altra cosa.

Emanuele Ceglie

Per scaricare il libro in formato PDF, clicca QUI

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Scritto da

Redazione LPP

- Redazione de La Prima Pietra