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Popolo Europeo

Together for change, si aprono cosi i lavori dell’ultimo forum del PES (Party of European Socialists) che si è tenuto lo scorso week end a Budapest. Mentre l’Italia si riprendeva dallo shock elettorale che consegna un paese ancora più diviso e confuso su un’idea di Europa unitaria, un nucleo primario di popolo europeo si è incontrato nella capitale magiara per declinare i valori fondanti degli stati uniti d’Europa e la strategia perché questa idea diventi realtà, ora e non domani.

Durante i workshops, nei discorsi sorti tra attivisti PES, nelle riunioni spontanee tra militanti dei diversi partiti socialisti, socialdemocratici e labouristi delle singole nazioni europee, si ascoltano gli stessi sentimenti, le stesse aspirazioni: la volontà di contribuire alla creazione di una Europa solidale e non caritatevole, che all’austerity imposta dall’economia finanziaria sappia contrapporre un’ economia reale, fatta di lavoro e welfare condiviso da tutti gli stati uniti d’Europa.

Un’ambizione difficile, quanto urgente, certo! Che tuttavia non può prescindere dalla necessità di sentirsi popolo, nutrito da valori comuni e in lotta comune per l’affermazione degli stessi. E’ dunque non è un caso che i PES activists si riuniscano così spesso dandosi appuntamento ogni volta in una nazione diversa, come non è un caso che per questo appuntamento si siano riuniti proprio nella capitale Ungherese.

E’ necessario conoscersi e confrontarsi perché singole genti provenienti da esperienze nazionali diverse comincino a sentirsi a loro agio nel calore di un popolo unitario; è necessario riconoscersi nei valori di giustizia sociale, comunità, solidarietà perché esperienze politiche distinte e confinate possano offrire il proprio contributo oltre i confini nazionali. E’ necessario essere pronti al sostegno di donne e uomini in stato di necessità e di pericolo democratico, per sentirsi parte della stessa comunità. Dunque, per questa idea di popolo europeo la presenza degli attivisti PES a Budapeset, dicevamo, non è per nulla un caso.

Attualmente l’Ungheria, che nel 2004 ha aderito all’UE, sta svolgendo la complicata e lunga fase dei negoziati per il recepimento dei trattati europei, tuttavia le riforme politiche volute dal Premier Viktor Orban e dalla Fidesz ( il partito civico ungherese membro del PPE ndr) in un colpo allontanano l’Ungheria dal percorso unitario.

Durante i lavori del forum che si sono tenuti presso la sede del MSZP (Magyar Szocialista Párt – Partito Socialista Magiaro) il parlamento ungherese composto per 2/3 dai deputati della Fdesz, si preparava a votare riforme costituzionali antidemocratiche e antieuropeiste. Lunedì 11 marzo quelle riforme sono diventate legge costituzionale ed hanno introdotto in Ungheria norme che limitano i cittadini nell’esercizio di alcuni diritti fondamentali di espressione, di movimento, di associazione, di religione e limitano la Corte Costituzionale Ungherese nell’esercizio del suo potere di garante della Costituzione.

Nonostante l’opposizione di gran parte del popolo ungherese, nonostante le battaglie parlamentari del partito socialista ungherese, nonostante la nutrita presenza di attivisti europei, l’Ungheria si è dotata politicamente di una Costituzione pericolosamente autoritaria. Tuttavia, nonostante ciò, in Ungheria ha mosso i suoi passi un popolo europeo, pieno di anime diverse per esperienza e cultura politica, ma unito nella necessità di diventare sempre più comunità capace di elaborare la politica europea e non di subirla. Impegnato pertanto ad essere attore economico e politico di un cambiamento che sottragga alla tecnocrazia la guida del popolo Europeo.

C’è bisogno di tutti  per sentirsi popolo e per influire politicamente nella creazione di un’Europa diversa. Le al

tre nazioni Europee lo hanno capito e lavorano nazionalmente ed internazionalmente perché lo spirito comunitario ispirato dai valori socialisti, socialdemocratici e labouristi,  caratterizzi la politica dei singoli partiti nazionali che sono all’interno del PES. L’Italia risponde all’appello grazie al contributo del PSI italiano e dei tesserati del partito democratico i quali, individualmente possono essere attivisti PES. Ma nella nostra terra il popolo europeo ha ancora una voce flebile e lo scenario politico attuale non ci consente di essere ottimisti. Nonostante ciò alla giovane Europa non resta alternativa che sperare nella crescita del suo popolo se vuol liberarsi dei comandanti burocrati e finanziari o degli appetiti individuali delle nazioni più forti. Perciò, chi crede nell’idea di Europa come Stati Uniti d’Europa, non farà fatica a gridare “Avanti popolo…Europeo!”.

 

Scritto da

Riccardo Colicchio

- In equilibrio tra diritti e note musicali, mi appassiona la costante ricerca di un punto di incontro tra anime diverse. Un esercizio che appartiene prima di tutto al mondo interiore, ma che allena alla costruzione di una società armonica e democratica, patria di tutte le diverse anime che la abitano. Ed intanto imparo a dialogare con gli innumerevoli volti della verità!