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26 Gen 2014

Le lettere di Schulz e Tsipras a Nichi Vendola

lettere Schulz Tsipras Pubblichiamo le due lettere che Schulz e Tsipras hanno indirizzato a Nichi Vendola in occasione del congresso di Sinistra Ecologia e Libertà. Entrambi parlano di unità, di costruzione e di rinnovamento. Ma in modo diverso.

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Cari amici, cari com­pa­gni e care com­pa­gne, Caro Nichi,

Mi  dispiace non poter essere pre­sente al vostro secondo con­gresso, un appun­ta­mento cru­ciale per discu­tere non sem­pli­ce­mente della “strada giu­sta” da far imboc­care al paese, ma anche per ridi­se­gnare insieme il pro­getto di un’alternativa all’Europa che abbiamo cono­sciuto in que­sti anni.

Dopo cin­que anni di crisi, di reces­sioni, di ristrut­tu­ra­zioni, di troike, di spread e di bail-out è arri­vato il momento di resti­tuire una vera scelta ai cit­ta­dini. L’Europa di que­sti anni ha posto tutto il suo peso poli­tico nel lot­tare con­tro la crisi ten­tando di ras­si­cu­rare i mer­cati. Ci siamo lan­ciati in una cieca gara alla disci­plina, in una corsa al ribasso nella pro­te­zione dei lavo­ra­tori e un inde­bo­li­mento dei diritti. L’Europa si è dotata di tutta una serie di nuove regole e san­zioni, stru­menti di super­vi­sione, di azioni pre­ven­tive e cor­ret­tive, ma per la cre­scita e l’integrazione del con­ti­nente, troppo poco è stato fatto.

L’Unione si è tra­sfor­mata in un pro­getto buro­cra­tico ada­gian­dosi sulle sue pro­prie regole. I trat­tati euro­pei, e la man­canza di com­pe­tenze espli­cite, sono stati uti­liz­zati come giu­sti­fi­ca­zione all’inazione. La deriva lega­li­stica ha acuito la crisi eco­no­mica e politica.

Nei trat­tati non c’è scritto come uscire dalla crisi e l’Unione non è riu­scita a impri­mere un senso di dire­zione. Abbiamo subìto un’Europa che si è spesso occu­pata di det­ta­gli, ma ha lasciato da parte il senso pro­fondo della sua mis­sione, offrendo il fianco agli euro­scet­tici e ai populisti.

E’ arri­vato il momento di offrire rispo­ste e alter­na­tive vere.

Molti cri­tici mi hanno detto di aspet­tare, che non è il momento di creare una Com­mis­sione poli­tica, che i rischi di un con­fronto tra gruppi poli­tici a livello euro­peo potreb­bero incri­nare un’unità così fra­gil­mente conservata.

Io credo che invece quest’ottica di accordi inter­go­ver­na­tivi, que­sta man­canza di scelte vere, que­sto pen­siero unico che ha impri­gio­nato l’Unione in que­sti anni, non siano più soste­ni­bili. Non si può con­ti­nuare a riman­dare e lasciare che l’Europa si tra­sformi nel riflesso di equi­li­bri di potere tra stati.

L’unità va costruita, non conservata.

La mag­gio­ranza che emer­gerà dopo il 25 mag­gio sarà chia­mata a ricu­cire lo strappo tra Nord e Sud, ricu­cire lo strappo dell’ineguaglianza cre­scente tra Stati e den­tro gli Stati e soprat­tutto ricu­cire lo strappo tra poli­tica e cittadinanza.

Sini­stra, Eco­lo­gia e Libertà, con la sua lotta per i diritti civili e sociali, per rilan­ciare e rin­no­vare il lavoro, per uno svi­luppo indu­striale anco­rato alla difesa dell’ambiente e di quella riserva di ric­chezza che è il pae­sag­gio ita­liano, rap­pre­senta una chiave di que­sto cambiamento.

Vi auguro un ottimo con­gresso nella spe­ranza che insieme alle forze pro­gres­si­ste euro­pee, SEL aiuti l’Europa, a imboc­care “La Strada Giusta”.

Mar­tin Schulz

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Caris­sime com­pa­gne e compagni,

Mi dispiace che i miei nume­rosi impe­gni non mi hanno per­messo di essere con voi nell’inaugurazione del vostro con­gresso. Il vostro con­gresso si svolge in un momento molto cri­tico per la nostra casa comune: l’Europa. Un’Europa che dopo un periodo ven­ten­nale di con­senso neo­li­be­rale è stata chia­mata di pagare il prezzo della recessione.

Per almeno quat­tro anni l’Europa del Sud è distrutta da una dura ed inu­mana poli­tica neo­li­be­rale, che ha fatto esplo­dere la disoc­cu­pa­zione a livelli record, ha impo­ve­rito gran parte della popo­la­zione, ha distrutto i diritti poli­tici, sociali, eco­no­mici e del lavoro che fino a ieri ave­vano con­si­de­rato invio­la­bili. I governi e le isti­tu­zioni euro­pee hanno appli­cato le poli­ti­che più anti­de­mo­cra­ti­che e anti­so­ciali dopo la guerra, col­la­bo­rando con avidi ban­chieri e spe­cu­la­tori dei mercati.

Quante gene­ra­zioni di ita­liani, greci, spa­gnoli, por­to­ghesi e irlan­desi dovremmo sacri­fi­care per pagare debiti impa­ga­bili, di rag­giun­gere impos­si­bili aggiu­sta­menti di bilan­cio e di sven­dere la nostra ric­chezza sociale a quelli che cer­cano di farci annul­lare qual­siasi dignità?

Milioni di per­sone pen­sano che la rispo­sta a que­sto mas­sa­cro sociale si trova nel ritorno al pas­sato, nelle trin­cee e nei sim­boli nazio­nali. Il nazionalismo,il raz­zi­smo, la xeno­fo­bia e il fasci­smo ritor­nano cer­cando di appiat­tire i migliori valori che abbiamo fatto sor­gere nel nostro con­ti­nente: l’umanismo, la soli­da­rietà e la giu­sti­zia sociale.

E’ arri­vato il momento di cam­biare que­sta Europa. È arri­vato il momento di rico­struire que­sta Europa.

Caris­sime com­pa­gne e compagni,

Voi sapete che il Par­tito della Sini­stra Euro­pea mi ha pro­po­sto come can­di­dato pre­si­dente della Com­mis­sione Europea.

La pro­po­sta pre­sen­tata da un gruppo di per­so­na­lità per una aperta e senza esclu­sioni unità della sini­stra e delle forze vive della società e degli intel­let­tuali rap­pre­senta una seria pos­si­bi­lità per cam­biare gli equi­li­bri nell’Europa del Sud e in gene­rale in Europa.

In  Gre­cia abbiamo ten­tato di dare già una rispo­sta alla crisi pro­po­nendo l’unità delle forze, dei cit­ta­dini e dei movi­menti della sini­stra e non solo. Con grande umiltà stiamo accanto a tutti quelli che col­pi­scono le poli­ti­che neo­li­be­rali e lot­tiamo per non lasciare nes­suno solo di fronte alla crisi.

Il per­corso di Syriza in Gre­cia ci ha inse­gnato che l’unità della sini­stra con i movi­menti e i cit­ta­dini che sono col­piti dalla crisi rap­pre­senta il miglior lie­vito per il rovesciamento.

Vi auguro di cuore che il vostro con­gresso rap­pre­senti un punto di svolta nel ten­ta­tivo per la più ampia unità pos­si­bile delle forze della sini­stra e della società civile.

Dob­biamo fare tutti insieme un passo indie­tro per muo­vere insieme tanti passi in avanti por­tando nel Par­la­mento Euro­peo la rab­bia, il dolore, la resi­stenza e le pro­po­ste di tutti coloro che cer­cano di emar­gi­nare la crisi, il neo­li­be­ri­smo e il popu­li­smo. Dob­biamo por­tare il mes­sag­gio della costru­zione dell’Europa dei vec­chi e nuovi cittadini.

Cam­bie­remo l’Europa.

Con i miei saluti da compagno

Ale­xis Tsipras

 

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